C’era una volta un referendum per l’autonomia. In Italia un po’ tutti sono sempre stati invasati del referendum. In particolare la sinistra, perché dai referendum sono passate le svolte più radicali a livello di diritti e sociali. Pensiamo al divorzio, pensiamo all’aborto. Certo, quelli erano referendum “veri”, con un quorum, non puramente consultivi. Ora, però, a me piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché il referendum sui Navigli, che prevedibilmente otterrà una larga maggioranza di sì, e che non ha quorum è per la sinistra eticamente importante. E perché al contrario un referendum sull’autonomia, che prevedibilmente otterrà una larga maggioranza di sì, e che non ha quorum, è per la sinistra eticamente deprecabile. Per il costo? E da quando in qua ci si è posti il problema del costo le mille volte che si è andati a votare magari a distanza di un mese per non avere un effetto a catena politico dell’election day? E da quando in qua ci si è posti il problema del costo quando in Italia si vota a novembre in Sicilia e a marzo per le politiche? Normale, no? Allora, io vorrei che qualcuno dicesse davvero perché il referendum è inutile, senza mettere in mezzo questioni puramente estetiche. E vorrei che qualcuno mi dicesse che politicamente sarà inutile avere una consultazione popolare che ribadisce la volontà della Lombardia di avere più dignità. Fine della rubrica e inizio dello spottone autopromosso: venerdì 13 ottobre, cioè venerdì prossimo, organizziamo due eventi che non si possono perdere al Palazzo delle Stelline di Corso Magenta. Alle 15.30 ci saranno Maroni e Toti, e quindi chi è di centrodestra non può non venire. E alle 21 ci sarà Giorgio Gori, e quindi chi è di centrosinistra non può non venire. E in ogni caso se uno di centrosinistra vuol venire a sentire Maroni e Toti, e viceversa comunque sarebbe un bell’esercizio di democrazia e di cose interessanti ce ne saranno. Vi aspettiamo.
Una rubrica a cura di Fabio Massa