C’erano una volta gli schizzi di fango. E lo strabismo. Il caso di Seregno ha dimostrato, una volta di più, come sia importante la trasparenza. Ma come sia ancora più importante raccontare le cose come stanno, con le cause e gli effetti. E non basta farne un racconto “giudiziario”, giacché su quello ci lavorano gli inquirenti. Bisogna farne un racconto politico. E allora, una volta tanto, mettiamo qualche punto fermo in fila. Il primo: l’amministrazione di Seregno è a trazione leghista. Della Lega Nord è l’ex sindaco Giacinto Mariani, per due mandati. Ed era – fino alle dimissioni consegnate in fretta e furia ieri – vicesindaco. Come ho già avuto modo di dire, un po’ come Putin-Medvev, si era girato i ruoli con Mazza, suo numero due di Forza Italia quando lui era sindaco. Ma nessuno si sognerebbe di pensare che Medvev ha lo stesso potere di Putin. E nessuno, e qui viene il punto due, si dovrebbe sognare che lo scandalo di Seregno è tutto in casa di Forza Italia perché il sindaco arrestato è forzista. La verità è che lo scandalo è fortemente connaturato con la Lega Nord, e su questo bisogna dirselo chiaro. E’ uno scandalo politico, prima di tutto. Terzo: gli schizzi di fango. Continuo a non capire a che cosa è utile scrivere che tizio ha incontrato Caio, se Caio non c’entra nulla e se al massimo si sono visti per parlare e Caio – alla fine – non ha mosso un dito per Tizio. Per capirci: ma se domattina io parlo con il direttore di Radiolombardia Levati di quanto è bello il Milan, e poi qualcuno ipotizza che io abbia rubato un’automobile, perché mai il direttore di RadioLombardia deve essere messo alla gogna per aver parlato con me? Questo malcostume di scrivere “ha incontrato quello, che non risulta indagato”, dovrebbe finire. Anche perché nel 90 per cento dei casi si tratta di merda nel ventilatore. Che farà pure aria. Ma di certo non è pulita.
Pinocchio a cura di Fabio Massa