C’era una volta la responsabilità politica. Torniamo sulla vicenda che ha sconvolto la Brianza. Quella di Seregno, dove il sindaco è stato arrestato, il vicesindaco che peraltro è stato lungamente sindaco è stato indagato e per lui è stata richiesta l’interdittiva, anche se per ora non concessa. A Seregno la giunta attuale non è altro che la continuazione di quella precedente. Un po’ come Putin-Medvev, qui si girano i ruoli ma la gestione del potere è sempre la stessa. A leggere le carte mi sono venute in mente tre cose. La prima è che c’è ancora qualcuno che crede alla compravendita dei voti. I voti si conquistano, non si comprano. I tempi della cooptazione, delle grandi consorterie, degli agricoltori che eleggono oltre 30 senatori, sono finiti. Per fortuna. Ognuno vota ciò che vuole, con la propria testa. La seconda cosa che mi è venuta in mente è che esiste una responsabilità penale, che è personale, e una responsabilità politica. La prima la giudicano i tribunali, la seconda, tutti noi, opinione pubblica. La responsabilità politica di una gestione quantomeno opaca e da approfondire è in capo ai partiti che hanno sostenuto l’attuale maggioranza di governo a Seregno. Vale per la Brianza, vale per l’Italia. Se un ministro del governo Renzi fa una cretinata, la responsabilità personale è personale, ma quella politica è di Renzi. E così con Berlusconi, Gentiloni e chi volete voi. La terza cosa che mi è venuta in mente è che se ti accompagni con uno in odore di mafia, se vai in un bar conclamatamente della ‘ndrangheta a prenderti un caffè, beh, proprio intelligente non devi essere. Io, consapevolmente, non ci andrei mai. Il problema è che la disonestà si può emendare, la responsabilità politica si può sviare, ma l’incapacità di capire ciò che è opportuno e ciò che non lo è, quella non la si può rimediare in alcuna maniera.