L’ossobuco ha scatenato la protesta animalista ieri in occasione dei festeggiamenti organizzati dal Comune di Milano per i 150 anni della Galleria Vittorio Emanuele II. E’ il no degli attivisti al menù deciso dallo chef Carlo Cracco per la cena benefica. Gli aderenti al movimento Iene Vegane con i cartelli “La beneficenza gambizza l’innocenza” hanno contestato il menù che prevedeva come piatto forte, tra le altre portate a base di prodotti di origine animale, risotto con ossobuco di vitello per tutti i 900 commensali. “Chi difende il diritto alla vita e ad una esistenza libera e dignitosa non può accettare che per fare beneficenza di uccidano degli animali – si legge in un comunicato dell’organizzazione – gli animalisti sottoscrivono ogni iniziativa di solidarietà umana ma in questo caso ricordano che la cucina vegana ha raggiunto livelli altissimi e ha chef di fama internazionale che avrebbero potuto rendere ancora più “buona” e generosa la cena con piatti ricercati, gustosi e soprattutto cruelty free”. Sottolinea un portavoce degli attivisti: “Noi che vediamo gli allevamenti e i mattatoi, che guardiamo gli animali condannati negli occhi dai video delle investigazioni, dai camion in autostrada, siamo indignati che ancora una volta si faccia del bene condannando a morte bovini neonati. Il Sindaco Sala ha dichiarato che Milano è una città che crede fortemente nel valore della solidarietà e in più riprese si è ricordato di come questa città sia proiettata verso il futuro. Il futuro deve essere senza carne e prodotti di origine animale, cioè vegan se vorremo continuare a vivere e a nutrirci tutti senza avvelenare aria e acqua con gli allevamenti intensivi e consumare suolo e sterminare foreste per quelli estensivi. L’evento sarebbe stato davvero solidale se avesse risparmiato le vite dei cuccioli di mucca sacrificati per offrire l’ossobuco a quasi mille persone”.