Caldo, negli alpeggi scatta il “tutti a casa” con dieci giorni di anticipo. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti Lombardia sui pascoli di montagna dove questa estate le alte temperature senza pioggia hanno tagliato del 20% la produzione di erba per il bestiame. “Fra oggi e domani le portiamo tutte a casa — racconta delle sue mucche in alpeggio tra i 2.000 e i 2.700 metri dell’Alpe Colina, Alberto Libera, allevatore 51enne di Colorina (Sondrio) —. Quest’estate siamo saliti in montagna 10 giorni dopo e scendiamo 10 giorni prima. Abbiamo avuto il 40% in meno di fieno e con questo caldo i miei 160 capi hanno fatto meno latte, con un calo del 30% nella produzione di formaggio Bitto”.
Simone Bergamini, allevatore 31enne di Pasturo (Lecco), racconta: “Quest’anno si rientra dall’alpeggio in anticipo di una decina di giorni, intorno al 15 di settembre. Fortunatamente la mia produzione non ne ha risentito, ho erba a sufficienza, ma i pascoli sono sempre più secchi ogni anno che passa. Rispetto all’anno scorso abbiamo perso il 30% di erba per i nostri animali”. Giancarlo Albini, allevatore di Gravedona ed Uniti (Como), 62 anni, aggiunge: “L’erba del nostro alpeggio a Plesio, sopra Menaggio, è ormai seccata e abbiamo deciso di spostarci1000 metri più in basso, nel Comune di Garzeno, dove cercheremo di resistere fino al primo di ottobre con le vacche da latte e intorno al 20 ottobre con quelle da carne. Il danno, che abbiamo riscontrato finora, è stimabile in circa un 30% in meno nella produzione dei nostri formaggi”.
Una situazione di allerta che riguarda circa 600 alpeggi lombardi con oltre 800 malghe – spiega la Coldiretti Lombardia – la maggior parte delle quali concentrate in provincia di Sondrio (37), Brescia (30%), Bergamo (24%), Como (8%), Lecco (8%), ma presenti anche nel Pavese. In tutta la Lombardia i prati a pascolo superano i 109mila ettari, di cui quasi la metà in provincia Sondrio, 27 mila ettari nel Bresciano, 21 mila ettari nella Bergamasca, quasi 10 mila in provincia di Como, oltre 2.600 nel Lecchese e 500 ettari in provincia di Pavia. Appezzamenti a pascolo sono presenti anche a Varese (257 ettari), Mantova (146 ettari), Cremona (103 ettari), Milano (42 ettari), Lodi (22 ettari) e Monza Brianza (12 ettari).
“Nelle nostre zone la maggior parte degli alpeggiatori ha dovuto anticipare il ritorno a valle a causa della mancanza di precipitazioni che ha compromesso i pascoli” dice Francesca Monaci alpeggiatrice e presidente del Consorzio Produttori Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana (Bergamo). Ma c’è anche chi ha deciso di resistere in attesa della pioggia: “Alcuni stanno cercando di prolungare il periodo in alpeggio, molto dipenderà se pioverà nei prossimi giorni per il ricaccio dell’erba” spiega Francesca Monaci. E Francesco Stagnoli di Bagolino con circa 100 vacche e 80 capre in alpeggio a Bagolino (Brescia), conferma: “Per il momento non abbiamo l’intenzione di scendere anche se l’erba adesso manca, siamo in attesa di piogge settembrine per fare in modo che il tappeto erboso si rinvigorisca, se tutto procede in questo modo rientreremo indicativamente con le tempistiche dell’anno scorso o qualche giorno prima verso inizio ottobre”.