Si è sparato alla tempia credendo di avere ucciso la compagna, una spogliarellista ungherese di 31 anni che aveva troncato la relazione. E’ morto così, davanti ai poliziotti che cercavano di convincerlo a desistere, in pieno centro a Torino, un dirigente milanese di una grande catena di distribuzione. L’uomo, 45 anni, era separato da una decina d’anni e aveva un figlio ora maggiorenne. Aveva conosciuto la ragazza in un night club ed era stato amore a prima vista. Un rapporto durato poco, però. La donna aveva deciso di lasciarlo solo dopo qualche mese. L’altra notte i due si erano incontrati a Torino. Lui le aveva portato anche dei regali: una borsa griffata e e un foulard. “Se mi lasci mi ammazzo” le ha detto ma lei non ne ha voluto sapere. La discussione è degenerata quando, scesi dall’auto, l’uomo l’ha spintonata. La ragazza è caduta a terra e nella confusione è partito un colpo. I vicini, allarmati dallo sparo, hanno visto il dirigente fuggire con una pistola in mano e hanno chiamato la polizia. Gli agenti lo hanno raggiunto poco dopo. Lui credeva di averla uccisa mentre il proiettile non l’aveva nemmeno sfiorata. Davanti ai poliziotti, disperato, si è sparato un colpo dritto alla testa. La spogliarellista, medicata al Cto, è stata poi sentita dagli agenti. “Non mi avrebbe mai fatto del male – ha ripetuto tra le lacrime – non può essere finita così”.