Legambiente, una sola bandiera verde in Lombardia

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In Lombardia l’unica bandiera verde per il 2017 se l’aggiudica il comune di Castello dell’Acqua (SO), per l’impegno nell’incentivare un turismo sostenibile in Valtellina con il mantenimento della rete sentieristica. Mentre le bandiere nere sono due: una va al Comune di Livigno (SO), che, andando contro tutti i pareri degli enti di tutela, ha approvato la costruzione di un impianto sciistico su di un sito Natura 2000, costituito da pascoli, antichi nuclei abitati, ed habitat di tanti animali alpini. Bandiera nera anche alla Provincia di Sondrio per aver consentito, con l’approvazione della proposta di aggiornamento del Piano Cave, l’ampliamento degli ambiti e l’estrazione di quantitativi abnormi dalle cave in Comune di Novate Mezzola, in Valchiavenna. Sono questi i vessilli che oggi Legambiente ha consegnato in occasione della partenza della Carovana delle Alpi, la campagna annuale sullo stato di salute dell’arco alpino, che anche quest’anno torna a segnalare le situazioni più virtuose assegnando le Bandiere Verdi, e le realtà peggiori, quelle che mettono in campo le scelte più impattanti, che aumentano il consumo di suolo, che incidono pesantemente sulla qualità ambientale e sociale della vita in montagna, e che si fregiano quindi delle Bandiere Nere. “Il progetto di impianto sciistico in Vallaccia a Livigno. – dichiara Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – E’ l’immagine perfetta di un modello turistico vorace, che non mette in conto né i limiti naturali, né i vincoli paesaggistici. Crediamo che per queste aspettative esasperate di sfruttamento del territorio non debba esserci più cittadinanza nell’arco alpino”. “I nostri riconoscimenti vanno a chi, con passione e intraprendenza, ha voluto qualificare la propria attività nello spazio montano – dichiara Lorenzo Baio, coordinatore degli eventi lombardi della Carovana delle Alpi – ma nella montagna lombarda albergano gravi contraddizioni, che il dossier di Carovana delle Alpi 2017 mostra ampiamente. In primo luogo a carico del territorio, malamente sfruttato, che avrebbe ben altre potenzialità da valorizzare che non essere sventrato da cave o compromesso da impianti sciistici già adesso obsoleti”.

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