C’era una volta Pinocchio.

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C’era una volta Pinocchio. Oggi potrei raccontarvi di quanto è incredibile quello che è successo a Palazzo Marino con gli scontri tra CasaPound e Centri Sociali, incredibilmente “incrociatesi” manco fosse sliding doors, nella casa dei milanesi. Potrei parlarvi della stupidità della sinistra, che cerca in tutte le maniere di perdere le elezioni regionali. Potrei parlarvi di quanto Milano abbia la responsabilità morale di fornire una classe dirigente a questo disgraziato Paese, che neppure si accorge di avere una perla e che continua ad orbitare a 20 chilometri da Firenze massimo. E invece, non vi dirò nulla di tutto questo. Vi parlerò della ferma gentilezza di Manuela, la nostra conduttrice. Vi parlerò della grande fantasia di Valentina, gravida sempre di nuove idee che puntualmente mettono in imbarazzo gli ospiti – e questo è un complimento, Valentina, non te la prendere. Vi parlerò della professionalità dei tecnici, e pure dell’editore, che voi conoscete poco, Tiziano Mariani, ma che è il motore che fa muovere ogni onda sull’etere (non fosse altro che paga le mostruose bollette della luce). E poi, beh, c’è anche Luca Levati. Ma sì, mettiamocelo anche lui, il direttore. In fondo è solo l’anima, le braccia, le gambe, i piedi, la voce, l’uomo di fatica, di concetto, di strategia e di tattica. In più è milanista, e quindi è geneticamente superiore.  Poi ci sono tutti gli ascoltatori, che qualche problema devono averlo se si sono sorbiti per un intero anno tutti i miei sproloqui: bravi, siete la dimostrazione che la legge Basaglia ha funzionato. Scherzi a parte, siete fantastici. E quindi, detto tutto questo, facciamo che ci vediamo a settembre perché con tutto questo zucchero credo di dover andare a farmi provare il diabete.

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