Aler, case prima ai residenti da più tempo

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“Abbiamo approvato oggi il nuovo regolamento attuativo per le assegnazioni degli alloggi, un regolamento che ha una grande novita’: quella di dare la precedenza a chi risiede da piu’ tempo in Lombardia”. Così il vicepresidente di Regione Lombardia e assessore alla Casa, Fabrizio Sala al termine della giunta regionale che ieri si e’ riunita nella sede Aler di via Romagna a Milano. Una riunione dedicata al tema dell’edilizia sociale e popolare: “Abbiamo stabilito delle quote per le assegnazioni – ha detto Sala – posto che il 20% del totale sara’ destinato a persone in stato di poverta’ assoluta, per il resto il 30% sara’ destinato agli anziani, il 20% a famiglie monoparentali, il 15% a disabili, il 20% a famiglie di nuova formazione e il 10% alle forze di polizia. Un ulteriore 5% verra’ destinato ad altre categorie di rilevanza sociale, ad esempio le donne maltrattate. Queste categorie saranno definite dai rispettivi Piani di Zona”. “Per i punteggi delle graduatorie – ha aggiunto Sala – si calcolano tre tipi di disagio: disagio abitativo, disagio famigliare e disagio economico. Quarto criterio sara’, per l’appunto, l’anzianita’ di residenza. Posto un minimo di 5 anni ci saranno criteri di premialita’ sia per l’anzianita’ di residenza in Lombardia che nei Comuni”.

“Un pessimo regolamento che compromette la gestione da parte dei Comuni dell’emergenza abitativa, esclude dall’accesso i più poveri (e non solo quelli stranieri), privilegia la condizione anagrafica dei richiedenti anziché quella di difficoltà alloggiativa, non risolve alcun problema gestionale delle Aler e dei Comuni. E sulla questione della precedenza in virtù della maggiore residenza potrebbe esserci un problema di legittimità”. Così in una nota Leo Spinelli, segretario generale Sicet Lombardia, sul nuovo regolamento regionale per l’accesso alle case popolari. “L’enfasi con la quale Maroni e Sala hanno sottolineato l’approvazione in Giunta del nuovo Regolamento per gli accessi nelle case popolari – prosegue – ci sembra francamente mal riposta. Da una brutta legge regionale, la n° 16/2016, non poteva derivare che un pessimo regolamento, peraltro, al di là di quanto affermato dal Sala, ancora tutto da scoprire sotto il profilo della sua effettiva applicabilità.

 

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