“Facciamo rete contro l’ictus”

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Terza causa di morte, prima di invalidità e seconda di demenza. Parliamo dell’ictus cerebrale, patologia grave e disabilitante che, in Italia, colpisce circa 200.000 persone ogni anno di cui circa 15.000 nella sola Lombardia. Le persone che hanno avuto un ictus e sono sopravvissute, con esiti più o meno invalidanti, sono oggi circa 940.000, ma il fenomeno è in costante crescita. Fondamentale per la prevenzione è la adeguata consapevolezza da parte dei cittadini dei fattori che da soli o, ancora di più, in combinazione tra di loro aumentano il rischio di avere un ictus: ipertensione arteriosa, obesità, diabete, fumo ed alcune anomalie cardiache e vascolari. E proprio per informare la popolazione tutta sui fattori di rischio, sull’importanza del riconoscimento dei sintomi e sul cosa fare in caso di ictus A.L.I.Ce. Lombardia Onlus, in collaborazione con Federfarma Lombardia e Simg Lombardia, ha presentato oggi un progetto pilota che vede protagonista la Regione Lombardia, in particolare le città di Milano, Como e Monza. Il progetto prevede la distribuzione di materiale informativo negli studi medici e nelle farmacie, presso le quali sarà inoltre possibile effettuare gratuitamente il controllo della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale. “Iniziative di sensibilizzazione e di informazione come questa, realizzate in stretta collaborazione con i medici di medicina generale ed i farmacisti, sono essenziali per favorire continuità e qualità dell’assistenza sanitaria in un sistema che deve porre innanzitutto al centro la persona e il suo benessere – dichiara la Dottoressa Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus. E’ sempre più necessario far sapere a tutti che l’ictus non solo si può curare, ma anche prevenire nell’80% dei casi e, a tal proposito, è di estrema importanza promuovere l’adozione di stili di vita salutari: sana alimentazione, attività fisica costante e moderata, niente fumo, consumo modesto e responsabile di alcol. Il controllo della pressione arteriosa risulta fondamentale, fino dai 40 anni, ancora più importante nei diabetici, così come l’astensione dal fumo e il riconoscimento della aritmia cardiaca definita fibrillazione atriale. Il supporto dei medici di famiglia e dei farmacisti risulta quindi strategico – continua la Dottoressa Reale – sia nella prevenzione primaria (per quanto riguarda il controllo dei fattori di rischio, le modifiche dello stile di vita e il trattamento farmacologico) sia nella fase post-acuta, ma ancora di più in quella dell’assistenza al domicilio nel post ictus. Sono dunque molto orgogliosa di questa iniziativa che, mi auguro, possa essere replicata in tutte le regioni italiane e che possa sempre contare sul supporto e la presenza delle Istituzioni”. Obiettivo principale dell’Associazione è quello di ridurre le conseguenze devastanti dell’Ictus cerebrale, migliorare la qualità della vita delle persone colpite, dei loro familiari e delle persone a rischio, cercando di diffondere le conoscenze necessarie per la prevenzione della malattia e di informare sulla sua diagnosi, cura e riabilitazione. Il controllo dei fattori di rischio, il riconoscimento tempestivo dei sintomi e la possibilità di poter ricevere, in tempi brevi, assistenza medica e cure appropriate sono aspetti decisivi per limitare l’impatto dell’ictus cerebrale sia sui cittadini sia sul Sistema Sanitario Nazionale. A.L.I.Ce. Italia Onlus è una Federazione di 20 Associazioni regionali di volontariato – suddivise in oltre 80 tra sedi e sezioni – che ha tra i propri obiettivi statutari: diffondere l’informazione sulla curabilità della malattia; facilitare la informazione per un tempestivo riconoscimento dei primi sintomi come delle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza; sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad attuare progetti concreti di screening; tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza, uniformi ed omogenei.

 

 

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