La Polizia di Monza ha arrestato un giovane albanese con l’accusa di violenza sessuale, lesioni personali e sequestro di persona. L’indagine era partita nel febbraio 2017 quando una studentessa studentessa universitaria italiana, oggi ventunenne, ha denunciato B.N., il ventiquattrenne con il quale aveva avuto un rapporto sentimentale. La ragazza ha raccontato di brutali violenze psicologiche, fisiche e sessuali, subite, quando era ancora minorenne, dall’ex fidanzato, nell’arco di tempo compreso tra il settembre 2012 e la fine del 2013, di un sequestro di persona subito nell’ottobre 2013 quando, per punizione, dopo una lite, era stata rinchiusa per giorni nella cantina condominiale e dei successivi tentativi, da lui posti in essere sin dagli inizi del 2015 e protrattisi sino al recente periodo, finalizzati a riallacciare la relazione di coppia, anche attraverso condotte intimidatorie e approcci sessuali e a riportare la ragazza alla pregressa condizione di assoluto assoggettamento. La conoscenza tra i due risale al 2007 quando la ragazza, appena dodicenne conosce il ragazzo albanese e ne nasce un’amicizia. Nel 2009 iniziano una relazione affettiva, non continuativa, che, fino ai primi mesi del 2011 è connotata esclusivamente da scambio di effusioni. La stabilità del rapporto si rileva, invece, a partire dal settembre del 2012 quando la frequentazione diviene assidua e il vincolo tra i due viene da entrambi percepito come solido. A partire da quel periodo B.N. rivela la sua indole aggressiva dando avvio a condotte, fino ad allora mai attuate, concretizzatesi poi, per tutta la durata del rapporto, in un’escalation di barbarie e brutale violenza. Le condotte più cruente, spiega ancora la polizia, si sono verificate tra il 2012 e la fine del 2013 e si sono interrotte solo quando B.N. ha iniziato una nuova relazione sentimentale; ma un’ulteriore ingerenza dello stesso nella vita della ragazza ha inizio già dal 2015 quando, troncata la nuova relazione, il giovane si è ripresentato, periodicamente, con l’intento di riallacciare la relazione. Le pressioni dell’uomo, interrottesi poi per circa un anno, riprendono a fine dicembre del 2016 e proseguono fino a metà gennaio 2017, attraverso telefonate e messaggi, dal tenore ora lusinghiero ora offensivo, a cui la ragazza decide di sottrarsi: si reca quindi dalla polizia, accompagnata da un amico che la convince a chiedere aiuto. La giovane riesce, così, a vincere la paura che le aveva impedito qualunque atto di ribellione superando anche il timore delle minacce del 24enne che le aveva detto “che sarebbe rimasta per sempre sua” e che “avrebbe fatto del male a lei e alla sua famiglia, se lo avesse denunciato”. Le indagini condotte dagli agenti, coordinate dalla Procura di Monza, hanno consentito di raccogliere significativi elementi di prova ai fini dell’emissione da parte del G.I.P. dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita il 17 maggio scorso.