La Regione investe contro il gioco d’azzardo

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“L’impegno di Regione Lombardia contro la piaga sociale del gioco d’azzardo patologico e’ piu’ concreto che mai. Nei prossimi giorni pubblicheremo la graduatoria del secondo bando dedicato a Comuni e mondo del volontariato, che porta a 5 milioni di euro l’investimento per azioni di contrasto, prevenzione e informazione sul territorio, che hanno gia’ coinvolto oltre 600 enti locali e 700 tra scuole, parrocchie, associazioni no profit. A settembre, inoltre, grazie
all’accordo con l’Ufficio scolastico regionale, porteremo la nostra battaglia in oltre 300 scuole lombarde”. Lo ha detto l’assessore regionale al Territorio, Urbanistica, Difesa del Suolo e Citta’ metropolitana Viviana Beccalossi, che
questa mattina ha aperto i lavori della ‘Seconda giornata nazionale sul contrasto al gioco d’azzardo patologico’, organizzata da Regione Lombardia e dedicata quest’anno al tema ‘Le testimonianze e l’importanza della comunicazione’.
“Giovedi’ – ha dichiarato Viviana Beccalossi – in occasione della Conferenza
unificata Stato-Regioni saremo a Roma per riaffermare come il Governo prepari il suo ‘colpo di spugna’ che, con la scusa di riformare il settore, in pratica mira ad azzerare il potere degli enti locali su questo tema, soprattutto annullando la
possibilita’ di imporre distanze minime per le slot da una serie di luoghi sensibili come scuole, ospedali, chiese e oratori, luoghi di aggregazione giovanile. A Roma – ha proseguito Viviana Beccalossi – ribadiro’ ancora una volta il ‘no’ della Lombardia a una riforma che invece di uniformare le norme locali creerebbe
di fatto un Far West, in cui ciascun sindaco sara’ libero di applicare distanze e orari a suo piacimento, col risultato di dividere i Comuni italiani tra biscazzieri e slot free”.

“Ascoltare le voci di chi e’ uscito dal tunnel della ludopatia, o di chi quotidianamente la combatte e la cura – conclude Viviana Beccalossi – e’ la miglior risposta a chi ci accusa di voler strumentalizzare questo tema. Anzi, e’ un ulteriore stimolo per continuare a lavorare in questa direzione.
C’e’ chi pensa ai 10 miliardi di indotto fiscale e chi invece, come noi, crede che i soldi per far quadrare i conti dello Stato vadano trovati altrove e non rovinando la gente con la promessa illusoria di facili vincite”.

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