Mafia, Boccassini: economia minata

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“Queste indagini hanno messo in evidenza un mercimonio di fatture false, inquietante e pericoloso. Oggi è come pescare in un mare dove le soglie sono state abbassate e dove è facile trovare persone disposte a fare queste operazioni. Questo mina l’economia nazionale e penalizza l’imprenditore onesto e l’economia sana del Paese”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Ilda Boccassini nel corso della conferenza stamp in Questura sui 15 arresti nei confronti di altrettante persone accusate di far parte di un’associazione a delinquere che ha favorito gli interessi, in particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa catanese dei “Laudani”. “È inquietante quanto oggi sia troppo facile arrivare a pubblici funzionari o a funzionari privati che si fanno corrompere – ha aggiunto – è mistificante ritenere che episodi di corruzione di poche centinaia di euro possano non essere considerati un disvalore. È invece l’aspetto più inquietante questo modo di gestire la cosa pubblica nel Paese. A Milano è troppo diffuso ed evidenzio che ciò mina pesantemente l’economia nazionale e il bene supremo della comunità”. “In questo caso addirittura di il traffico di influenza è stato fatto da ex dipendenti pensionati che agivano nella pubblica amministrazione anche con il ruolo di sindacalisti, un ruolo che invece dovrebbe essere di garanzia – ha commentato Boccassini riguardo al coinvolgimento nell’inchiesta di un ex dipendente e sindacalista della Provincia di Milano, Domenico Palmieri che, in cambio di mille euro avrebbe messo a disposizione dei referenti del clan Laudani al Nord rapporti con esponenti di amministrazioni pubbliche -. E’ un dato devastante che ci deve far riflettere. La indagini sono complesse ma se si agisce con rigore, si arriva”. L’operazione ha coinvolto imprenditori e non che operano sul territorio di Milano da sempre e le indagini sono state condotte contando sulla sinergia tra due forze di polizia, la guardia di finanza di Varese e la Questura di Milano. “Grazie alla bravura e alla professionalità degli investigatori è stato possibile documentare più passaggi del denaro che era stato raccolto a Milano ed era stato poi consegnato alla famiglia Laudani, storico braccio armato dei Santapaola”, ha spiegato Boccassini aggiungendo che le indagini hanno seguito il flusso di denaro e i passaggi dopo gli arresti in particolare quello a seguito di Orazio Di Mauro arrestato in una operazione del 2010-11 e “subito soppiantato da un altro personaggio”.

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