Smog, le sette province lombarde che soffocano

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Dopo qualche giorno di tregua, si torna a parlare di elevati livelli di smog nell’aria. Secondo i dati resi pubblici da Arpa, le centraline dell’agenzia regionale giovedi hanno registrato il 35° giorno ammesso dalla normativa europea per il superamento del limite di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10 a Mantova e Como. Da ieri i capoluoghi di provincia risultano fuori legge, così come Cremona, che segna il 46° giorno di sforamento da inizio anno, Milano il 43°, Pavia il 41°, Brescia il 38° e Monza il 36°. A preoccupare, in particolare, sono i picchi registrati, ma anche i valori medi: Milano detiene la media peggiore in questi primi mesi del 2017, con 60microgrammi di polveri sottili per metro cubo d’aria. Si tratta di un dato estremamente allarmante per la salute dei cittadini, se si considera l’impatto che ha l’inquinamento atmosferico in termini di patologie cardiovascolari, malattie dell’apparato respiratorio, tumori ai polmoni e sclerosi: come dimostrano i dati dello studio condotto nel 2012 dall’Università degli studi di Milano, con ogni aumento di 10 microgrammi di Pm10 si registra una crescita della mortalità dello 0,30% in Lombardia. Secondo Legambiente Lombardia la buona notizia è che qualcosa si può fare e da subito, senza aspettare che lo stato di emergenza sia dichiarato, per alleviare la cappa di smog in cui siamo avvolti: tutto merito della primavera anticipata che, grazie all’alta pressione e alle temperature miti, consente di fare a meno del riscaldamento domestico, fonte primaria di emissioni insieme al traffico. I cittadini di Milano, per esempio, devono ringraziare un fenomeno che in estate rende estremamente sgradevole la permanenza in città, ovvero l’isola di calore urbana, che in questi giorni è particolarmente significativa. Nella giornata di giovedì 16 marzo la temperatura minima a Milano città è stata di 10°C e la massima 19,5 °C, mentre appena fuori città le temperature minime registrate erano di 4,5° C e le massime erano di 19°C [fonte: elaborazione Legambiente su dati www.centrometeolombardo.com]. Nei prossimi giorni, e almeno fino alla metà di settimana prossima, le temperature dovrebbero ulteriormente aumentare, giustificando, anche fuori città, il completo spegnimento delle caldaie. «Senza nulla togliere all’imperativo di lasciare a casa l’auto e usare biciclette e mezzi pubblici, invitiamo da subito i cittadini, e prima di tutto i milanesi, a non attendere l’intervento delle autorità per abbassare i termostati di casa e anzi, se possibile, a spegnere del tutto gli impianti termici – sottolinea Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – Riscaldare le case in questi giorni significa consumare combustibili solo per produrre fumi, quindi tanto vale risparmiare sulla bolletta e godersi le temperature che questa primavera anticipata ci sta offrendo: in questo modo anche la qualità dell’aria potrà migliorare a tutto vantaggio della nostra salute».

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