Al bar della Provincia di Monza lavora la moglie di un boss della ‘ndrangheta. Il caso è stato sollevato dal quotidiano “Il Giorno” che oggi ha pubblicato la notizia: la moglie di Candeloro Pio, condannato a 20 anni di reclusione per associazione a delinquere a stampo mafioso nell’inchiesta “Infinito”, lavora e, a quanto pare, gestisce il bar della sede della Provincia. Il servizio di bar e ristorazione è stato affidato con un concorso alla Cooperativa “Mar Multiservizi”di Varese. Ma un esposto presentato alla Prefettura, alla Procura e alla stessa Provincia rivela che di fatto sarebbe la donna, assunta come dipendente della Cooperativa, a gestire il bar. Sul caso è intervenuta in matinata la Provincia con una nota: “Con riferimento agli articoli di stampa relativi alla Cooperativa Sociale Mar Multiservizi, che nel 2015 ha ottenuto in concessione e gestione lo spazio bar presso la sede di via Grigna 13, la Provincia precisa che il contratto è stato stipulato il 3/3/2015 con il legale rappresentante della Cooperativa stessa, Signora Paola Oliva Leonelli. Ciò a seguito di regolare procedura selettiva destinata a cooperative sociali di tipo B, iscritte all’albo regionale, per favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, tra cui disabili e soggetti in carico ai servizi sociali. La concessione quinquennale in corso prevede il servizio di ristoro a mezzo di distributori automatici oltre al servizio bar/tavola calda in sede. La società, con sede a Varese, ha superato i controlli ex-lege previsti dalla procedura di gara, e risulta oggi affidataria – tra l’altro – di analoghi servizi di ristorazione anche per altri enti pubblici a Brescia e a Mantova. La Provincia conferma di aver fornito agli inquirenti già un mese fa gli atti utili allo sviluppo delle indagini in corso”.