Il “tavolo aria” che nasconde lo smog sotto il tappeto

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Settimana scorsa, prima che la pioggia spazzasse via lo smog, i livelli di polveri sottili avevano sfondato i 200 microgrammi al metro cubo praticamente in tutta la fascia di pianura della Lombardia. Il “Protocollo aria” di Regione Lombardia, al quale possono aderire i Comuni che lo vogliono senza nessun obbligo, prevede che dopo due settimane di superamento del limite di 50 mcgrammi entrino in vigore le cosiddette misure antismog che – onestamente – non hanno nessun effetto. Prevedono limitazioni alla circolazione solo per le auto più vecchie e l’abbassamento dei riscaldamenti – che ovviamente non rispetta né controlla nessuno -. “Le misure emergenziali come le domeniche a piedi non servono a nulla” dice l’assessore all’Ambiente di Regione Lombardia, Claudia Terzi. Figuriamoci a cosa servono allora i finti divieti inventati dal tavolo aria del Pirellone, il tavolo che nasconde le polveri sotto il tappeto. Ci vogliono misure strutturali dice l’assessore Terzi (frase che sentiamo da almeno 20/25 anni – ma di misure strutturali realmente efficaci non c’è traccia). Sentiamo l’assessore Terzi.

Incentivare l’uso del TPL – dice l’assessore – cioè il trasporto pubblico locale. Bene. Lo stesso asssessore leghista però si scaglia contro Area C di Milano perché ora il Comune di Milano farà pagare l’ingresso anche alle auto gpl, metano e bifuel. Ricordiamo che i fondi raccolti da Area C servono per incrementare proprio i mezzi pubblici e finanziare la costruzione delle nuove metropolitane. La Lega chiede ora che il Comune esenti le auto gpl/metano e bifuel dal pagamento di Area C. Una mozione in questo senso è già stata bocciata da Palazzo Marino e ora ne viene presentata una in Consiglio Regionale perché il Pirellone faccia pressione su Palazzo Marino. Intanto il “Tavolo aria” è stato riconvocato. Gli ambientalisti chiedono che si prendano finalmente in considerazione misure strutturali contro l’inquinamento. Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.

Intanto, ci chiediamo, non è il caso di pensare a qualche “misura emergenziale strutturale” come blocchi totali della circolazione anche nei giorni lavorativi? Non abbatteranno le polveri sotto i 50 microgrammi ma potrebbero evitare che si ripetano picchi mostruosi come quelli delle scorse settimane.

 

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