“Nel pomeriggio incontreremo il ministro Minniti e sentiremo che cosa ha da proporci”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, oggi, a Roma, incontrando la stampa in occasione del ‘Trilaterale’ con i governatori di Veneto e Liguria, Luca Zaia e Giovanni Toti, sul tema immigrazione, a poche ore dall’incontro delle Regioni e delle Province autonome con il ministro dell’Interno Marco Minniti. “La nostra posizione e’ comune, molto precisa, forte, netta e risolutiva – ha proseguito Maroni – ed e’ quella che abbiamo gia’ formalizzato in un documento, la ‘Carta di Genova’”. “Rispetto ai dati di contesto, la situazione di oggi e’ ancora piu’ drammatica della fine dello scorso anno – ha aggiunto il
presidente -: nel 2016 sono sbarcati sulle coste italiane 181.000 immigrati, il 18 per cento in piu’ rispetto al 2015 e i dati del 2017 sono ancora piu’ drammatici, perche’ nei primi dodici giorni del 2017 sono sbarcati 729 immigrati, il triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Parliamo di numeri straordinariamente elevati. Dei 181.000 immigrati,probabilmente la minima parte ha e avra’ diritto alla protezione internazionale, allo status di rifugiato, quindi noi poniamo la questione di come fare a prevenire gli sbarchi e a rimandare indietro quelli che non hanno diritto a stare. Partendo da questi dati di contesto drammatici, il 2017 si annuncia come un anno ancora piu’ complicato”. Questo sistema deve finire – ha aggiunto Maroni – non possiamo piu’ accettare che qualcuno da Roma, dal Ministero, ‘salti’ le Regioni, mandi clandestini in accordo con l’Anci, senza neppure consultarci e poi dica che la colpa e’ delle Regioni che non accolgono. Se il ministro Minniti sara’ disponibile ad ascoltare bene, se no faremo la nostra parte come sempre abbiamo fatto”. “A chi ci fa presente le difficolta’ attuali a trattare con la Libia rispondiamo che, quando noi intervenimmo, bloccando i flussi, nell’agosto del 2011, in Libia non c’era alcun Governo, c’era la guerra – ha proseguito Maroni -. Le Nazioni Unite, di cui la Libia fa parte, mandano i caschi blu ovunque nel mondo senza fare accordi con i Governi, li mandano per salvare la pace. In Libia, facendo i campi profughi, si salvano le vite e si combattono i trafficanti”. “Occorrono campi profughi e respingimenti per bloccare le partenze – ha proseguito -, ma occorrono anche rimpatri per dare il messaggio che, se si arriva, si viene rimandati indietro, e dichiarazione dello stato di emergenza, preliminare a qualunque altra azione. Allora e solo allora si potra’ pensare ai Cie”. “In Lombardia abbiamo 20.000 immigrati clandestini – ha aggiunto Maroni -, fare un Cie di 100 posti non serve a nulla se non si adottano prima queste misure. Questo diremo oggi al ministro Minniti, nello spirito di leale collaborazione”. (Lnews)