Torture ai profughi, accuse anche al cugino del somalo fermato a Milano

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Nega, dal carcere, di essere un torturatore. Osman Matammud, il 22 enne somalo arrestato dalla Polizia Locale di Milano si difende ma le accuse, per lui, sono pesanti e circostanziate. Il giovane è stato riconosciuto da due ragazzine che l’hanno visto vicino alla Stazione Centrale. Due giovanissime immigrate ospiti del centro di accoglienza di via Sammartini che lo accusano di essere state violentate quando si trovavano in Libia, in attesa di imbarcarsi per raggiungere le coste italiane. All’uomo è stata notificata un’ordinanza di custodia per quattro omicidi, per il sequestro di centinaia di connazionali e per decine di violenze sessuali, tutti reati che avrebbe commesso quando gestiva un campo di migranti in Libia. Un campo con tanto di “stanza delle torture” dove finivano i migranti i cui parenti non inviavano soldi per il passaggio in Italia. Una delle vittime accusa anche il cugino di Matammud di essere un “torturatore abituale”. L’arresto avvenne lo scorso settembre al termine di un’indagine della Polizia Locale di Milano.

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