Centri di accoglienza per persone senza dimora aperti 24 ore su 24 e Unità di Strada attive nel centro e nelle periferie di Milano 7 giorni su 7, a cui si aggiunge un’Unità mobile di emergenza disponibile H24 per le segnalazioni più urgenti. Sono queste le novità dei servizi che Progetto Arca mette a disposizione per i senzatetto, potenziati in queste settimane di picco del gelo. Questo si aggiunge al lavoro quotidiano che la onlus mette in atto per l’accoglienza e l’assistenza delle persone fragili ed emarginate di cui si occupa (persone senza dimora, famiglie in difficoltà, migranti), ovvero: 4.500 pasti caldi distribuiti gratuitamente e 2.000 posti letto offerti ogni giorno a Milano e nelle altre città dove Progetto Arca è presente: Roma, Torino, Napoli, Ragusa. Inoltre Progetto Arca ha appena dato vita a un progetto pilota a Milano, dove ha messo a disposizione 5 appartamenti in grado di ospitare 20 persone, pensati per accogliere e restituire stabilità soprattuttoalle famiglie in condizioni di gravi indigenza, ma anche ai singoli realmente motivati a risollevarsi e a intraprendere un’esperienza di autonomia abitativa. Un progetto innovativo di housing sociale che, attraverso formule di coabitazione e grazie al sostegno di uno staff educativo, affianca le persone in un reale percorso di reintegro sociale e lavorativo. Per sostenere Progetto Arca in queste attività di sostegno per le persone senza dimora è possibile, entro il 29 gennaio, inviare un sms o chiamare da rete fissa il numero solidale 45529, donando così 2 o 5 euro per offrire pasti, notti al riparo, ma anche supporto e integrazione alle persone senza dimora di cui Progetto Arca si prende cura ogni giorno.
Testimonial dell’iniziativa è Enzo Iacchetti, da anni impegnato a fianco di Fondazione Progetto Arca. “Il processo di impoverimento ha subito una fortissima accelerazione e sempre più spesso non coinvolge solo i singoli ma intere famiglie – afferma Alberto Sinigallia, Presidente di Fondazione Progetto Arca -. Il 40% delle segnalazioni che ci arrivano riguarda proprio le famiglie. Offrire un letto e un pasto non basta più: il terzo settore ha il compito di intervenire prima che sia troppo tardi per evitare l’emarginazione e favorire la più rapida integrazione sociale.”