Periferie sempre più servite grazie alle nuove imprese nate con il sostegno dell’Amministrazione comunale. Sono 21 i progetti imprenditoriali che si stanno trasformando in realtà produttive grazie ai contributi del bando “Startupper” chiuso l’estate scorsa e che ha messo a disposizione 1,5 milioni di euro rivolti agli aspiranti imprenditori che vogliano far nascere e crescere le loro attività nelle aree periferiche della città.
Tra i 21 imprenditori, 16 sono donne e 5 uomini, l’80% è under 35 e in possesso di laurea o diploma. Le nuove realtà che aprono sono 6 in Corvetto, 4 a Villapizzone, 3 in Lorenteggio e Giambellino, 2 in Barona, 1 Morsenchio, 2 in Bicocca-Greco, 1 a Bruzzano, 1 in Bovisa e 1 in Certosa: dalla produzione di pasta fresca a una moderna ciclofficina con annesso bar, passando da elementi d’arredo esterno realizzati in marmo, da una “kebabberia gourmand” o un’hamburgeria dove gustare sapori esotici come carne di canguro e struzzo, sino a uno studio specializzato nella realizzazione di spazi abitativi sostenibili, come giardini e orti urbani.
“I risultati raggiunti in questi primi sei mesi di mandato con 21 progetti d’impresa avviati e le 570 nuove realtà fatte nascere nel corso dei quattro anni precedenti e i 5.500 nuovi occupati costituiscono la miglior cartina di tornasole per giudicare l’efficacia delle politiche attuate dall’Amministrazione – ha dichiarato l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio, Cristina Tajani -. Per stimolare la nascita di nuove imprese e occupazione abbiamo sempre agito su un doppio binario: l’impulso all’apertura di nuove imprese di vicinato, soprattutto in periferia, oltre al contemporaneo sostegno a moderni incubatori d’impresa dove coltivare start-up a vocazione innovativa, tecnologica e sociale. Investendo circa 5,4 milioni di euro per finanziare bandi volti all’auto-imprenditoria e circa 1,7 milioni negli 8 incubatori di cui il Comune è partner. Favorendo la nascita di nuove attività, contribuiamo alla rigenerazione urbana e sociale di tutti i quartieri della città perché l’innovazione è tale quando rappresenta lavoro e inclusione”.
A confermare l’efficacia dell’azione del Comune anche i risultati dell’indagine condotta dall’Assessorato alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio sulle oltre 570 imprese e start up sorte dal 2012 a oggi. Il campione è composto da 382 attività monitorate e sostenute attraverso gli otto incubatori d’impresa o con i diversi bandi dedicati come “Risorse in periferia”, “Tira su la clèr”, “Tra il dire e il fare” e “Agevola Credito” tutti destinati, con successo, a sostenere la nascita di nuove imprese e a promuovere l’animazione economica delle aree periferiche della città.
Il dato più significativo è quello dell’83% di start up ancora in essere dopo 5 anni dalla nascita, quando il tasso di sopravvivenza nazionale è del 44% (Fonte: Rapporto PMI 2015 condotto da Confindustria e Cerved). Altro dato importante è la capacità di generare occupazione: ai 706 soci lavoratori delle 382 start up monitorate si aggiungono 1.222 dipendenti.
Se consideriamo poi il dato complessivo delle 570 imprese, si arriva a 1.291 soci lavoratori e 5.500 occupati dipendenti in quattro anni. Infine, il dato che esprime al meglio l’importanza dell’investimento dell’Amministrazione a sostegno delle nuove imprese è il fatturato: per ogni euro di contributo comunale sono generati ben 43 euro di fatturato per un valore totale di oltre 314 milioni di euro a fronte di un investimento quadriennale del Comune di 7,1 milioni di euro.
L’impegno del Comune a favore del lavoro si è rivolto anche nel valorizzare l’economia delle imprese ristrette nate all’interno delle imprese circondariali milanesi. Determinante la nascita del Consorzio Vialedeimille, che oggi raccoglie cinque cooperative con 100 persone detenute o in misura alternativa assunte e un fatturato di produzione di circa 1,5 milioni di euro in diversi campi d’intervento, dalla ristorazione alla meccanica, dall’artigianato alla botanica. Cooperative operanti grazie a sei laboratori/officine interne al carcere e tre laboratori/officine esterni. Il personale impiegato è composto per il 59% da maschi e per il 41% da donne, in controtendenza sul dato femminile rispetto ai dati regionali.