Smog, Legambiente contro le porte aperte dei negozi

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Corso Buenos Aires, una mattina invernale soleggiata come tante negli ultimi giorni di shopping natalizio, tra luci colorate e musiche di festa. Un quadretto perfetto, se non fosse che passeggiando lungo il corso si viene investiti da folate di aria calda seguite da tratti di aria gelida. Il motivo? Le porte dei negozi sono spalancate. Una tendenza ormai diffusa tra gli esercenti commerciali, convinti che non creare barriere all’ingresso invogli i clienti ad entrare. Su 112 negozi monitorati dai volontari di Legambiente, il 70% è risultato avere le porte aperte e la maggior parte sono punti vendita di grandi catene o marchi internazionali, i cui gestori sono spesso costretti ad agire sulla base di rigide procedure dettate dal franchisor. Tale insana abitudine comporta una dispersione termica molto forte e uno spreco di energia, oltre a rendere poco salubre l’ambiente di lavoro per i commessi. Di fronte ai dati allarmanti di dicembre, dovuti all’elevata concentrazione di polveri sottili, un mese in cui Milano ha fatto segnare una media di 70microgrammi per metro cubo di Pm10, con 18 giorni consecutivi di superamento dei limiti di legge, Legambiente ricorda che la combustione non industriale contribuisce fino al 60% del carico di PM10 nell’aria.

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 “È assurdo che mentre all’esterno la temperatura è di pochi gradi sopra lo zero, le porte dei negozi siano spalancate – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Non capiamo il senso di sprecare deliberatamente energia, aumentando di molto i consumi e i costi e contribuendo ad innalzare i livelli, già preoccupanti, di polveri sottili nell’aria”. Con l’ausilio di una termocamera sono state fotografate le facciate dei palazzi in cui i negozi erano presenti, rilevando una forte dispersione termica localizzata nella parte inferiore degli edifici. Occhi puntati allora anche sul termometro. Nell’85% degli esercizi commerciali monitorati la temperatura all’interno era superiore ai 20°C, con una media di 23°C e punte fino a 27°C. “Una temperatura di 19-20°C è sufficiente a garantire il benessere sia dei lavoratori che dei clienti, così come imposto dalle misure antismog di Regione Lombardia, anche negli appartamenti – ricorda Barbara Meggetto – Si chiede ai cittadini di adottare comportamenti virtuosi e di cambiare il loro stile di vita e si riscaldano le strade milanesi in modo incomprensibile”.

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