Un colpo al torace ha ucciso Anis Amri, il terrorista in fuga dopo la strage al mercatino di Natale. L’uomo si aggirava alle 3 di notte vicino alla stazione di Sesto San Giovanni e ha attirato l’attenzione dei due agenti di pattuglia. La dinamica della sparatoria è stata ricostruita con esattezza dalla Questura di Milano. Il capopattuglia, Christian Movio, scende dalla volante e si dirige verso Amri. Gli chiede i documenti mentre il collega Luca Scatà, giovane agente in prova, rimane al volante della pattuglia. Amri non si scompone. Parla italiano, anche se con accento straniero. Dice di essere di Reggio Calabria ma proprio l’accento lo tradisce. Il poliziotto, insospettito, gli chiede di rovesciare il contenuto dello zainetto sul cofano della macchina. E’ in quel momento che Amri estrae la pistola dalla giacca, una calibro 22 carica e pronta all’uso. Spara e colpisce l’agente alla spalla. La reazione dell’altro poliziotto è immediata. Luca Scatà scende dalla macchina e risponde al fuoco esplodendo due colpi mentre Amri grida “poliziotti bastardi”. Uno dei due proiettili è quello mortale. Colpisce Amri al costato. Il terrorista rimane a terra per dieci minuti. Inutile i tentativi di rianimarlo.