Mostra sui cadaveri, ne sviene uno su mille

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Alla mostra “Real Bodies, scopri il corpo umano” di Milano ci sono stati 106 malori in 9 settimane. Crollano a terra più gli uomini che le donne ma queste ultime sono più sensibili nel padiglione dedicato alla natalità mentre gli unici che non stanno mai male sono i bambini. “Nessun minore di 12 anni – spiega Mauro Rigoni, titolare di Venice Exhibition, società organizzatrice –  fra i 106 colpiti da malori, nausea o svenimenti che in due mesi e una settimana hanno richiesto una sola volta, nel caso finora più preoccupante, l’intervento del 118. Il 26% degli episodi hanno presentato sintomi dovuti a malessere fisico soggettivo dei visitatori senza legami con l’impressionabilità, mentre circa il 37% dei colpiti da malore sono risultati adulti maschi fra i 20 ed i 35 anni. Il pubblico femminile si è dimostrato più resistente in generale ma particolarmente sensibile per il 12% al tema della natalità provando emozioni difficili da reggere nel padiglione dell’apparato riproduttivo dove sono esposti i feti. Poiché le cifre indicano un malore ogni mille visitatori, vorremmo soprattutto scongiurare allarmismi”. La mostra internazionale di anatomia espone fino al 29 gennaio oltre 350 fra corpi interi ed organi conservati attraverso il procedimento della plastinazione in via Privata Giovanni Ventura 15 a Lambrate. L’episodio più grave è avvenuto sabato scorso, 3 dicembre, e ha visto un 26enne milanese perdere i sensi per ben due volte nei pressi di un cadavere sezionato al padiglione dedicato all’apparato riproduttivo e venire poi trasportato in codice rosso al pronto soccorso del Policlinico di Milano per accertamenti. Lo stato del giovane, che faticava a riprendersi, aveva impensierito a tal punto da rendere necessario per la prima volta l’attivazione del 118 che aveva inviato in loco un’autoambulanza della Croce Maria Bambina. “106 malori su 100.000 ingressi registrati dall’apertura della mostra”, analizza la psicoanalista milanese, Flaminia Nucci, “significa un episodio ogni mille visitatori, dati in linea con la normale incidenza statistica dell’impressionabilità nei soggetti di tutte le età che stanno affollando gli orari di apertura della mostra. C’è da rilevare che in una nutrita percentuale di casi, di cui un esempio esplicativo è l’episodio avvenuto sabato con due mancamenti consecutivi di un 26enne tanto da richiedere l’intervento del 118, il malessere è più da ricondurre a condizione soggettiva del visitatore, che ad una sua spiccata impressionabilità di fronte ai cadaveri esposti”. “Anche l’assenza fra i più impressionabili di minori di 12 anni, e quindi di soggetti in età scolare” aggiunge “è spiegabile con la particolare relazione che hanno con la morte i bambini: i piccoli hanno una conoscenza istintiva, ma ancora non perfettamente cosciente, della morte con la quale faticano ad immedesimarsi, che invece, nel periodo dell’adolescenza, fa il suo ingresso nel campo della coscienza: quando la morte non è più un’astrazione. L’adolescente infatti si confronta con il fatto che anche lui, un giorno, dovrà morire. Una forte reazione emotiva può invece scatenarsi in soggetti femminili alla vista dei feti, in particolar modo nelle donne che hanno avuto aborti spontanei o che hanno volontariamente interrotto la gravidanza”.

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