Siete pronti per la prossima buona dose di Krok’n’Roll?
I KROKUS, gli hard rockers svizzeri più famosi del mondo, sono pronti a sfornare il 18° album di una carriera quarantennale: “Big Rocks”, 14 canzoni che rendono omaggio alla storia del rock, prodotte dal bassista / fondatore Chris Von Rohr e in uscita il 27 Gennaio 2017.
Come il marchio sul cd proclama, la scarica di adrenalina è garantita:
NO FILLERS – NO BALLADS – NO BULLSHIT
Ecco qui la tracklist completa di “Big Rocks” dei Krokus:
“N.I.B.” (BLACK SABBATH)
“Tie Your Mother Down” (QUEEN)
“My Generation” (THE WHO)
“Wild Thing” (TROGGS)
“The House Of The Rising Sun” (THE ANIMALS)
“Rockin’ In The Free World” (NEIL YOUNG)
“Gimme Some Lovin’” (SPENCER DAVIS GROUP)
“Whole Lotta Love” (LED ZEPPELIN)
“Summertime Blues” (BLUE CHEER)
“Born To Be Wild” (STEPPENWOLF)
“Quinn The Eskimo” (MANDRED MANN/BON DYLAN)
“Jumpin’ Jack Flash” (THE ROLLING STONES)
“Backseat Rock’n’Roll” (KROKUS)
Primo singolo estratto “The House Of The Rising Sun” degli Animals e spiega Von Rohr: “Erano i selvaggi anni 60 quando ascoltai per la prima volta questa canzone. Stavo sdraiato a letto e d’incanto fui colto come dalla voce di mille angeli in coro. È questo il feeling che abbiamo cercato di catturare e il risultato finale parla da sé: incarna il sound crudo e forte della versione originale, di quelli che arrivano dall’anima e puntano dritti al cuore”.
“Quinn The Eskimo”, proposta anche dai Gotthard con il suo titolo alternativo di “The Mighty Quinn”, è già parte integrante del repertorio live di Storace & Co. da qualche anno, così come anche l’immortale “Born To Be Wild”. A colpire in chiusura di album è senz’altro quella citazione autecelebrativa in cui i Krokus hanno deciso di riarrangiare anche un loro classico: “È un vero privilegio per ogni band”, spiega il frontman Marc Storace, “avere la possibilità di registrare un intero album di cover, andando a ripescare i propri brani preferiti tra le pietre miliari. ‘Big Rocks’ vuole essere un omaggio agli artisti con cui siamo cresciuti… una sorta di viaggio in musica attraverso le nostre radici, in un collettivo di anime rock che si incrociano ed esplodono insieme… Abbiamo fatto del nostro meglio per rendere giustizia ad ogni brano, alla nostra maniera però, aggiungendo lo stampo dei Krokus! Il cerchio si chiude con un nostro pezzo, il brano di chiusura di ‘Metal Rendez-Vous’ del 1980, il disco fortunato che ci ha portato al successo a livello mondiale! Se nostri fans saranno entusiasti almeno quanto noi di questo progetto, sarà l’ennesimo trionfo“.
L’anno scorso si vociferava con insistenza di un imminente ritiro dalle scene dei Krokus ma a quanto pare, all’uscita del nuovo disco, seguirà un lungo tour che questa volta ci auguriamo possa finalmente ripassare anche dall’Italia. I Krokus hanno infatti suonato nel nostro Paese soltanto 3 volte nel corso della loro lunga carriera: 1982, 1987 e 2007. Per ora, di sicuro dalle nostre parti, o quasi, c’è solo il lancio in pompa magna dei 4 eventi eccezionali che vedranno i Krokus per la prima volta in scena con i compaesani ed eterni rivali Gotthard in Svizzera (tutti i dettagli qui).
Dal 1974, nonostante i numerosi cambi di line up, i Krokus restano fedeli alla linea del loro hard rock classico, ruvido, ad alta tensione e legatissimo alle radici…. “1000% pure buttkickin’ hard rock”, come la band ama descriversi senza mezzi termini. L’accostamento al sound degli AC/DC è da sempre ricorrente specialmente per via del timbro del vocalist storico Marc Storace che nel 1980, dopo la morte di Bon Scott, declinò l’invito dei fratelli Young alle audizioni, di fatto sbattendo la porta in faccia a quello che col senno di poi sarebbe potuto essere per lui un colpaccio:
“Il problema era loro”, ricorda Marc. “Io avevo la mia band, erano loro quelli senza cantante… ero giovane e scapestrato, ho agito d’istinto, col cuore in mano. Con i Krokus eravamo in ascesa, finalmente al numero 1 in classifica un po’ dappertutto e io credevo fermamente nel mio gruppo, non avrei mai potuto piantarli in asso! Sono un cane fedele io, dunque perché fare quel provino? Eravamo sotto la stessa agenzia ai tempi, noi e gli AC/DC. Si spinsero fino a Solothurn, la mia città in Svizzera, con un biglietto aereo per Londra a mio nome già prenotato, ma io decisi cortesemente di declinare l’invito e… davvero io non conoscevo bene gli AC/DC né tanto meno il loro potenziale, allora erano semplicemente una promettente band in ascesa, esattamente come lo erano i Krokus. Poi sono esplosi con ‘Back In Black’ ma quella è tutta un’altra storia…”.
Storace – forse col senno di poi, forse per farsi perdonare – a Marzo 2016 si è reso pubblicamente disponibile ad aiutare Angus e soci dopo i conclamati problemi all’udito di Brian Johnson che hanno però poi portato gli AC/DC ad ingaggiare Axl Rose per concludere il tour di Rock Or Bust allora in corso: “Ad un secondo invito per un’audizione non direi di no”, aveva dichiarato Storace, “anche solo per chiudere una volta per tutte quella vecchia storia di cui, incredibilmente si parla ancora oggi dopo 25 anni! Aiuterei dei colleghi e la mia band capirebbe, visto che si tratterebbe comunque solo di una situazione temporanea. E poi finalmente per ironia della sorte canterei finalmente nella band di quel ragazzo a cui ancora oggi vengo paragonato ma di cui ignoravo completamente l’esistenza quando iniziai a cantare. E non si può imitare qualcuno che non si conosce affatto… Oggi lo vivo senz’altro come un complimento ma non è stato facile, specialmente in quegli anni. Davvero uno strano scherzo del destino: abbiamo avuto le stesse radici ed influenze e in più madre natura si è divertita a donarci lo stesso timbro vocale molto particolare”.
Nel 2000 tra l’altro Storace aveva fatto parte del progetto svizzero DC WORLD (prodotto da Leo Leoni dei Gotthard) che con un tribute album omaggiò l’era Bon Scott degli AC/DC… Nonostante questo e nonostante AC/DC e Krokus siano oggi sotto contratto per la stessa casa discografica, quella chiamata l’anno scorso non è mai arrivata e questo riporta curiosamente alla mente di Marc – e sulle nostre pagine – un’altra situazione analoga, che gli capitò ancora una volta a cavallo tra fine anni 70 e primo 80: “In pochi lo sanno”, svela Marc, “ma io ho sostenuto un’audizione con i RAINBOW. Fu però un semplice fuoco di paglia… A Londra on quei giorni avevo formato gli EASY MONEY, una band da club, avevamo agenzia e deal di publishing, scrivevamo musica originale, e nell’aria c’era un contratto con l’etichetta Chrysalis, la scuderia dei GENESIS! E infatti sul piatto c’era anche un tour negli USA proprio con loro. Peccato che i dissapori in seno al gruppo finirono col rompere l’armonia e rovinare tutto… Il nostro A&R un bel giorno mi prese da parte per sussurrarmi in un orecchio se mi andasse di volare a Ginevra… Chi mai direbbe di no ad una vacanza di una settimana a Ginevra? Non si trattava però di una vacanza qualsiasi: proprio là i Rainbow stavano infatti tenendo delle audizioni, nel periodo post Dio e Graham Bonnet… e così incontrai Ritchie Blackmore, uno dei miei idoli di sempre, e anche Roger Glover, Cozy Powell e Don Airey. Sembrava un sogno per me trovarmi al cospetto di quei pezzi da 90! Ah se solo quella chiamata non mi avesse colto di sorpresa e un po’ impreparato sul loro repertorio…
Provai con loro ‘Mistreated’, che avevo ripassato nella stanza di Cozy. Tra me e lui scattò subito un feeling particolare, mi mostrò anche la sua collezione completa di armi! Poco dopo arrivò Ritchie imbracciando una bottiglia di whisky e mi disse ‘Ne vuoi un sorso per farti coraggio?’ ma quella roba non fa bene alle corde vocali e io dovevo giocarmi al meglio le mie carte! Decisamente meglio il vino bianco (ride, ndr)… Ero nervosissimo eppure mi lasciai travolgere nel vortice di quella jam indimenticabile: Ritchie mi disse ‘canta quel che ti viene naturale!’ e provammo anche un pezzo che avevano appena scritto per il nuovo album…. Alla fine ci sedemmo tutti su un grosso divano di fronte ad un camino. Ci trovavamo in un vecchio castello in mezzo al nulla e ricordo che fuori dalle finestre c’erano dei cavalli bianchi bellissimi. La musica era finita e in quel preciso momento realizzai di sentirmi parecchio fuori posto: che diamine, non ero mica alla loro altezza! Non scelsero me, come tutti ormai sapete bene, ma siamo rimasti buoni amici e io ho un’altra bella storia da raccontare ai miei nipotini!”.
L’ultimo album del Krokus è “Dirty Dynamite” (Sony Music) del 2013 che li ha riportati in tour in America dopo molti anni, Monster Of Rock Cruise compresa: un tour molto fortunato da cui è stato tratto anche il live album “Long Stick Goes Boom: Live From Da House of Rust” (2014).
La formazione attuale dei KROKUS:
Marc Storace – Voce
Chris Von Rohr – Basso
Fernando Von Arb – Chitarra
Mark Kohler – Chitarra
Mandy Meyer – Chitarra
Flavio Mezzodi – Batteria
https://www.youtube.com/watch?v=-c-L86ubiyI