Voucher, in Lombardia +214% in un anno

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Calano le ore di cassa integrazione autorizzate in Lombardia nel 2015, a conferma dei segnali di ripresa. Secondo il rapporto sull’attività dell’Inps regionale presentato questa mattina nel corso di un’iniziativa da Cgil, Cisl, Uil e Inps Lombardia, il totale delle ore di cassa integrazione autorizzate è sceso da 255.363 di fine 2014 a 154.712. Preoccupa però la Cisl regionale l’esplosione del ricorso ai voucher:  ben 20.938.984 ne sono stati venduti nel 2015 in Lombardia, +214% rispetto al 2014 (ne erano stati venduti 11.675.586). Un incremento che ha interessato tutte le provincie e tutti i settori economici.  “Il rapporto Inps ci dice che la crisi economica forse comincia a dare una tregua, ma anche che è necessario portare con forza l’attenzione sulla qualità del lavoro – sottolinea Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia -. I dati sull’utilizzo sempre più consistente dei voucher a 10 euro per pagare i lavoratori ci preoccupano molto, per le difficoltà di sostentamento contingenti, ma anche per le prospettive di povertà che introducono”. Secondo la Cisl Lombardia, affinché gli interventi contro il disagio siano efficaci, occorre vigilare sulle risorse e sulla loro allocazione, innovare gli strumenti che favoriscano l’accompagnamento di politiche di sostegno con politiche di riattivazione delle persone nella comunità. “Bisogna introdurre nuovi modelli di governance tra soggetti di policy pubblici – afferma Gilardoni – e soggetti organizzati  della società civile, che favoriscano la coprogettazione e un’innovata collaborazione, soprattutto in riferimento alle aree di nuovi bisogni”. In quest’ottica, secondo la Cisl Lombardia,  potrà essere utile l’implementazione del casellario dell’assistenza istituito presso l’Inps e il Sia, il Sostegno per l’inclusione attiva . “Due strumenti innovativi di contrasto alla povertà – coVnclude Gilardoni –. Il primo sarà utile per migliorare la conoscenza dei bisogni sociali e del sistema integrato di interventi sul territorio, il secondo per favorire in modo mirato il contrasto alle situazioni di fragilità”.

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