Dalle prime ore di questa mattina, la Polizia di Stato sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Procura della Repubblica di Monza, nei confronti di 18 persone (9 cittadini italiani e 9 magrebini) tutte accusate a vario titolo di traffico illecito e spaccio di sostanze stupefacenti. Nei confronti di altre 7 persone (6 italiane, di cui tre donne, ed 1 magrebina) si sta eseguendo la misura degli arresti domiciliari, mentre ad 1 cittadino italiano si sta notificando l’obbligo di dimora presso il comune di residenza. I provvedimenti restrittivi emessi sono frutto di un’articolata attività investigativa svolta dal Commissariato di Sesto San Giovannii. L’indagine è iniziata nel dicembre del 2014 riguardo ad un presunto spaccio di sostanze stupefacenti nel quale sarebbe stato coinvolto, quale pusher, anche un minore di circa 14 anni, figlio di una cittadina italiana e di un maghrebino. Diversi appostamenti e servizi di osservazione nel comune di Sesto San Giovanni, hanno consentito di confermare le scarne notizie inizialmente giunte agli investigatori che sono riusciti a ricostruire, in una prima fase, la rete dei fornitori del giovanissimo pusher. In un secondo momento, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, l’indagine si è ampliata fino a consentire di “disegnare” la mappa di due distinti gruppi criminali i quali, benché collegati, operavano in modo autonomo sul territorio dell’hinterland milanese e brianzolo, con particolare riguardo al territorio di Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e Monza. Il primo gruppo, di origine maghrebina, si occupava prevalentemente del traffico e della rete di spaccio di cocaina e hashish nei territori di Cinisello B. e di Monza, mentre il secondo gruppo individuato operava prevalentemente sul territorio di Sesto San Giovanni. Sono stati individuati diversi fornitori con basi operative e di smistamento sul territorio di Milano, in particolare in zona Giambellino e zona Navigli. La Polizia, pertanto, ha individuato e smantellato una rete criminale che aveva livelli ben organizzati per “lavorare” in proprio: alcuni soggetti che si dedicavano prevalentemente al reperimento ed all’acquisto di sensibili quantitativi di sostanza stupefacente, altri che smistavano e “custodivano” le sostanze in basi “sicure” ed altri pusher che si occupavano dello smistamento e vendita al dettaglio ai tossicodipendenti sul territorio.
Nel corso di tutta la durata dell’indagine sono stati sequestrati diversi chili di cocaina e hashish.