Galline nella beauty farm, prati bio e paglia antistress

0
834

Ampi prati verdi dove poter razzolare, paglia antistress e una selezione di mangimi naturali. Alla Cascina Marisa di Mediglia (Milano) apre la “beauty farm” delle galline: un allevamento di 10 mila ovaiole completamente biologico, dove il benessere animale è assicurato a 360 gradi, dagli spazi a disposizione degli animali al cibo di cui si nutrono. A gestire l’attività è Elisabetta Iaconelli, titolare dell’azienda agricola S. Andrea: “Insieme a mio marito Giorgio Scotti abbiamo deciso di puntare sul bio circa un anno e mezzo fa – spiega – sia per rispondere alle richieste dei consumatori, sia per migliorare la qualità della vita dei nostri animali”. Nell’allevamento le galline hanno a disposizione circa 60 mila metri quadrati di pascolo coltivati con erba medica biologica, dove poter mangiare e raspare liberamente. Inoltre, possono rifugiarsi in tre grandi capannoni dove sono state installate anche delle aree antistress dotate di paglia. Oltre all’erba medica, anche il resto del mangime è biologico. “Attualmente i nostri pollai producono ogni giorno circa 9 mila uova – continua Elisabetta Iaconelli – che vendiamo sia ad aziende che ai privati cittadini grazie alla vendita diretta nei mercati di Campagna Amica”. Secondo l’ultima ricerca Ice-Sana 2016 – spiega la Coldiretti Lombardia – le uova rientrano nella top ten dei prodotti biologici acquistati dalle famiglie in Italia: il 53% le ha comprate almeno una volta. Un terzo della produzione italiana di uova – sottolinea la Coldiretti regionale – arriva dalla Lombardia. In Italia complessivamente si sfornano oltre 12 miliardi di pezzi all’anno, mentre in Lombardia si sfiorano i 4 miliardi. Nel nostro Paese, il consumo di uova è pari in media a 13,8 chili a persona, un quantitativo pari a più del doppio di quello del dopoguerra.  Le uova di gallina – conclude la Coldiretti – sono anche all’avanguardia nel sistema di etichettatura obbligatorio a livello europeo che consente di distinguere tra l’altro la provenienza e il metodo di allevamento con un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice ISTAT del Comune, alla sigla della Provincia e, infine il codice distintivo dell’allevatore. A queste informazioni si aggiungono – continua la Coldiretti – quelle relative alle differenti categorie (A e B a seconda che siano per il consumo umano o per quello industriale) per indicare il livello qualitativo e di freschezza e le diverse classificazioni in base al peso (XL, L, M, S).

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.