Suicide Squad – Recensione

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Suicide Squad. Recensione senza spoiler e successiva alle altre.

Si, questo l’abbiamo visto con una settimana di ritardo rispetto all’uscita e nonostante fosse un orario strano, nella settima sala del cinema di un venerdì della settimana di ferragosto, a Cerro Maggiore, non è stato scontato trovare posto. Questo per ribadire l’ovvietà che il successo commerciale sia stato raggiunto, l’hype fosse totale e le aspettative fossero altissime grazie anche ai molti trailer realizzati in maniera stupenda.

É stata rispettata l’aspettativa quindi?
Ignorando le varie critiche che portano spesso a convincerti di una idea piuttosto che un’altra o ancora peggio, ad analizzare quanto fosse attinente ai fumetti, penso che l’hype sia stato soddisfatto per tantissimi fruitori. Il film è sempre in movimento e sempre esteticamente appagante (tamarro si può dire?).

Tutti i protagonisti sono esteticamente curati, tutti eccessivamente belli (anche quando posseduti), gli effetti speciali sono davvero riusciti e i colori saturi fanno sembrare tutto uno stupendo videogioco.

La storia parte dall’idea di non avere più a disposizione Superman per gestire minacce per il genere umano. Ci sono “solo” pochi supereroi rimasti. Quindi perché non pescare fra i più temibili malviventi? Fin qui ha senso, basta avere un modo per controllarli e tutto va liscio.
Tutti i super-malvagi in realtà sono innamorati di qualcuno o hanno desiderio di riscattarsi e quindi molto docili… Convinti di averne il controllo, decidono di liberare anche un malvagio semidio minacciandolo con una Bic (si…), che scappa, creando un nemico reale nel tentativo di creare una difesa da un nemico ipotetico.
Per quanto sia debole lo starter della storia, lo svolgimento salva la pellicola e non distrugge il senso del biglietto comprato.

La pellicola ha invece un altro problema che verrà probabilmente salvato dai sequel, la costruzione dei personaggi.
Per quanto alla fine lasci con una bella sensazione di volerne ancora, spesso ci si trova a pensare che alcuni personaggi fossero inutili completamente o utili per troppo poco tempo, che la presentazione dei personaggi per flashback e fermo immagine alla Willy il Coyote sia un modo veloce per non dover inserire dei dialoghi fra i componenti della squadra suicida che avrebbe rallentato il ritmo.
I protagonisti sono tanti e ovviamente non per tutti si può dedicare troppo spazio se si vuole fare un film di 2 ore. Ma la presentazione, per come viene fatta, è proprio da prodotto inscatolato, con sigletta, parole chiave, grafiche dedicate, il logo e colori distinguibili. Sono tutti buoni, disponibili e inclini a sacrificarsi per gli altri, forse troppo per un antihero movie.

Il risultato è un film che aveva tutti i numeri per poter essere un film eccezionale per cast e realizzazione ma ha voluto fermarsi ad essere un godibilissimo cinecomics, carico di riferimenti ai fumetti e perfetto lancio per i film successivi.

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