43 anni di carriera monumentale. Ne hanno fatta di strada i fratelli Young da quelle umide cantine di Sydney… Hanno scritto la storia del rock, l’hanno cambiata, riscritta e ribaltata ancora. Senza mai perdere la propria natura e il loro stile. Senza compromessi. Questo almeno fino a 3 anni fa, quando si sono ritrovati all’improvviso “back in black”, ma per davvero! E pare non riescano proprio più ad uscire da quel tunnel… Malcolm Young, la colonna portante, ammalato di dementia e fuori servizio, per sempre. Phil Rudd, il batterista, ai domiciliari con l’accusa di tentato omicidio e detenzione di sostanze stupefacenti. Brian Johnson che perde l’udito e anche il suo posto dietro al microfono, sostituito clamorosamente da Axl Rose dei GUNS N’ROSES durante il “Rock or Bust Tour” tuttora in corso negli States. E poi Cliff Williams, bassista della band dal lontano 1977, ed ormai unico della line up classica rimasto accanto ad Angus, che annuncia il suo improrogabile ritiro dalle scene a fine tour…
“Ultimamente ho riflettuto molto e ammetto di sentirmi un po’ strano”, ha dichiarato Angus Young (61 anni suonati) in un’intervista pubblicata poche ore fa da Rollingstone.com.“’Chi diavolo è quel vecchietto nella divisa da scolaretto?‘, ho sentito dire alle mie spalle… Beh, a volte me lo chiedo anche io… Certe parole colpiscono come pugnali nella schiena, fanno male e fanno suonare il campanellino: ‘da lontano sembra ancora giovane ma se lo guardi bene da vicino si vede eccome che è stagionato!’. Sarà la vecchiaia a rendermi più suscettibile ma alla luce di tutto quello che è successo, forse è giunto davvero il momento di pensare al mio ritiro…”.
Sotto le sue uniformi colorate e vellutate dunque, quel cuore da diavoletto batte ancora forte, e porta tutti i segni e il carico di una carriera senza freni, vissuta un passo d’oca dietro l’altro. Sono in molti a pensare che, se Malcolm fosse ancora al timone della band, certe cose avrebbero preso una piega ben diversa. E si sa, le opinioni, che siano condivisibili o meno, lasciamo un po’ il tempo che trovano… A fare notizia qui, è che a quanto pare la mancanza del fratellone inizia a farsi sentire pesantemente anche per Angus: “E’ difficilissimo riuscire a comunicare con lui. Io gli parlo e so che in qualche modo riesce a sentirmi, sento che il flusso emotivo gli arriva forte e chiaro. E io gli ricordo costantemente quanto manchi davvero a tanta gente… Mio nipote Stevie è grande, è cresciuto a pane e Mal! A volte sul palco mi capita di girarmi di scatto incredulo, per vedere se per caso Malcolm non sia tornato al suo posto… solido, sicuro di sé, sbalorditivo! Sembra facile suonare come mio fratello, ma non lo è affatto. Ci vogliono grandi palle e una personalità come la sua per diventare il colosso ritmico più apprezzato della storia: determinato, concentrato e con lo sguardo focalizzato sempre avanti… Lui è il fratello maggiore, il mio guru… Se in studio armeggiavo troppo sull’ampli, lui aveva sempre la soluzione giusta e riusciva sempre a sorprendermi con una semplice regolazione… scacco matto in due mosse! I nostri riff sono praticamente tutti farina del suo sacco, come anche quel suono grasso e grosso tipico degli AC/DC… resto ancora a bocca aperta quando ascolto i nostri dischi, forse solo ora mi rendo conto veramente come non mai dell’impatto incredibile che abbiamo avuto nel mondo del rock”.
E chissà cosa avrebbe pensato Malcolm della scelta di coinvolgere Axl Rose…
“Axl ha contattato un membro della nostra produzione. Conoscendo la nostra etica lavorativa ha intuito che ci trovavamo in difficoltà e si è offerto di toglierci le castagne dal fuoco. Abbiamo organizzato al volo delle prove ad Atlanta e lui aveva fatto bene i suoi compiti a casa! Preparatissimo sui testi e sul nostro repertorio. Ha addirittura proposto canzoni che manco ci ricordavamo di aver scritto, tipo ‘Touch Too Much’. Una bella iniezione vitale di energia per noi al momento giusto. Axl ha la tipica rock’n’roll attitude alla Bon, con quell’umorismo sottile, e la battuta sempre pronta! Vocalmente riesce a gestire il blues ruvido di Bon, e magari sulla canzone successiva a volare in alto sul registro tagliente di Brian. Insomma inarrestabile, anche quando cantava seduto sul trono di Dave Grohl con la gamba rotta!”.
…E Brian?
“Sin dai giorni delle prove per il Coachella Festival nel 2015 è iniziato il suo – e di conseguenza anche il nostro – calvario. Brian aveva già perso gran parte della sua capacità uditiva da un orecchio. La sua incosciente passione per i motori poco dopo ha dato purtroppo il colpo di grazia… Alla fine di ogni show doveva essere monitorato da uno specialista, le cose si facevano sempre più complicate soprattutto per lui…. E ora Cliff, che mi ha aperto il suo cuore già ad inizio tour… Cliff è un tipo emotivo… Cliff e Brian sono coetanei e hanno molte cose in comune, sono molto legati, frequentano gli stessi pub anche quando non siamo in tour! Non a caso vivono entrambi in Florida…”.
E dopo che i cannoni di “For Those About To Rock” avranno sparato gli ultimi colpi del “Rock or Bust World Tour” il 20 Settembre 2016 a Philadelphia che ne sarà degli AC/DC?!?
“Onestamente non lo so”, conclude Angus con il suo proverbiale “Bad Boy Boogie”… “Tra alti e bassi, Mal mi guardava sempre dritto negli occhi e da inguaribile ottimista qual era mi ripeteva: ‘Ci lavoreremo su, ci mettiamo lì e scriviamo qualche canzone, una soluzione vedrai che così la troviamo’. Mal non si arrendeva mai, credo che inconsciamente è come se io con lo scettro del comando avessi assunto anche quel suo innato senso di responsabilità. Mi sono ritrovato a portare avanti, anche e soprattutto in suo onore, tutto quello in cui lui credeva fermamente e più di chiunque altro. Glielo devo… E’ una forma di rispetto verso quello che abbiamo costruito insieme… Lui per primo mi ha sempre spronato… Intanto vediamo di portare a termine l’impegno del tour in corso e poi si vedrà! Io sono il chitarrista degli AC/DC, e lo sono sempre stato per tutta la mia vita. Per carità, ho sempre fatto quello che mi pare e piace, la mia carriera lo dimostra. Con tanta passione ma anche tanta etica e metodo, perché suonare mi dava il pane, non solo una scarica ad alto voltaggio di emozioni! E questo sin dagli inizi: sul palco di un piccolo pub nel pomeriggio e poi via in un club la sera… ogni santo giorno, sette giorni su sette, per mesi e mesi, anni e anni… L’odore del ‘Down Payment Blues’, con Mal e Bon sempre al mio fianco negli anni formativi… Ne ho viste tante e combinate anche di più… Uno sfizio però vorrei ancora togliermelo: lavorare con Keith Richards! Abbiamo jammato con gli Stones in occasione di alcuni indimenticabili concerti nel 2003 ma poter incidere qualcosa in studio con lui sarebbe un sogno per me… Keith è IL colosso ritmico, proprio come Mal! Lui ha dettato ‘la regola del senza regole’! Ne verrebbe senz’altro fuori qualcosa di assolutamente indimenticabile…”.
It’s only Rock’n’Roll… but we like it, like it, yes we do!
https://www.youtube.com/watch?v=ZT8DwswbHHE