Gestivano illecitamente fanghi destinati ai terreni agricoli: 6 persone sono state arrestate stamattina dai carabinieri del gruppo per la tutela dell’ambiente di milano in collabrazione con i carabinieri di Milano, Cremona, Lodi e Pavia. L’operazione ha smantellato un’a strutturata organizzazione criminale che faceva capo ad imprenditori del settore del trattamento e recupero rifiuti. Gli arrestati, insieme ai responsabili di alcune aziende di trasporto ed agricole compiacenti, attraverso vari meccanismi smaltivano illecitamente mediante spandimento al suolo ingenti quantità di fanghi da depurazione – quelle accertate corrispondo a circa 110.000 tonnellate tra il 2012 e 2015 – in numerosi comuni nelle provincie di Lodi, Cremona e Pavia. Al centro dell’inchiesta la società “C.R.E. S.p.A.” titolare dello stabilimento di Maccastorna (LO) Arrestati con l’accusa di traffico illecito di rifiuti R.E.V., Amministratore Unico della “C.R.E. S.p.A.” e A.C., A.F., M.B., G.V. e G.T. , tutti dipendenti della medesima società. Complessivamente sono 11 le persone che risultano coinvolte ed indagate a vario titolo nel corso delle indagini.
Grazie all’analisi incrociata di quanto emerso dalle attività tecniche e dai servizi di osservazione e pedinamento del personale della Polizia Provinciale di Lodi e dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Milano, oltre che dagli atti acquisiti in occasione delle numerose perquisizioni, sono stati accertati innumerevoli episodi di gestione illecita (400 operazioni di illecito spandimento) di rifiuti operata della “C.R.E. S.p.A.” relativamente ai fanghi da depurazione ritirati e gestititi dalla stessa, che hanno generato un considerevole traffico illecito di rifiuti con i conseguenti profitti fraudolenti per la società.
L’indagine ha avuto avvio nel febbraio 2011 grazie ad una serie di segnalazioni di cittadini, indirizzate all’epoca alla Polizia Provinciale di Lodi, riguardanti delle esalazioni maleodoranti provocate dalle operazioni di spandimento su terreni agricoli di fanghi biologici stabilizzati e igienizzati.
Ai fini della massimizzazione dei profitti, dunque, la C.R.E. S.p.A., mediante le condotte illecite descritte ha superato le quantità di fanghi autorizzate, aggirando fattori quali la scarsità e il basso fattore di spandimento dei terreni disponibili e l’alto contenuto di sostanza secca dei fanghi recuperati. E’ riuscita poi, sempre illecitamente, a risparmiare sui costi di trattamento/condizionamento e trasporto del rifiuto, questo alla luce di due importanti fattori che possono limitare l’attività di recupero nel suo complesso: la quantità e la qualità di appezzamenti disponibili (intesa come capacità di ricevere più o meno fanghi in base al c.d. fattore di spandimento) e il contenuto di sostanza secca dei fanghi (genericamente la loro densità/concentrazione). Il primo fattore, infatti, obbliga l’impianto ad approvvigionarsi solo delle quantità che potrà poi spandere a seconda degli ettari di terreno disponibili (limite in ingresso), mentre il secondo può ridurre la quantità di fanghi in uscita, poiché ogni appezzamento ha un proprio fattore di spandimento che limita la quantità di sostanza secca (la parte più solida) utilizzabile (quindi, il fango “tal quale” nel suo insieme). Le omissioni in materia di analisi e di trattamenti di recupero, inoltre, hanno completato il disegno criminale, comportando quale effetto ultimo lo spandimento sui terreni agricoli di fanghi sostanzialmente privi di qualsivoglia trattamento.
Le attività illecite hannoconsentito, alla C.R.E. S.p.A. di realizzare un ingiusto profitto pari a circa 4.500.000 euro.
Nel corso delle attività di oggi, si è inoltre proceduto al sequestro degli impianti di trattamento rifiuti – del valore stimato in circa 5.000.000 di euro – riconducibili alla società “C.R.E. S.p.A.” di Maccastorna (LO), Meleti (LO) e Lomello (PV), per i quali la Procura della Repubblica di Milano ha disposto la conseguente messa in sicurezza sanitaria mediante smaltimento a norma di legge dei fanghi attualmente ivi stoccati, che avverrà sotto stretta vigilanza dei Carabinieri del N.O.E. di Milano.