Regione, passa la legge sulla casa. Blitz antagonista

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Blitz dei comitati per la casa e del centro sociale Cantiere ieri al Consiglio Regionale della Lombardia. Un gruppo di militanti è riuscito ad arrivare fino all’ingresso di Palazzo Pirelli dove hanno esposto striscioni contro la nuova legge regionale sull’edilizia popolare. “Mentre stanno discutendo la nuova proposta di legge regionale sulla casa, siamo venuti a lasciare sacchi pieni di macerie alla Regione Lombardia – hanno scritto poi sui social network – Mentre chiusi nei palazzi del potere decidono delle nostre vite, noi continueremo a denunciare e attaccare i vari responsabili del degrado dei quartieri popolari, chi seduto in poltrona continua a spartirsi mazzette e appalti speculando sul nostri diritti. ‪#‎bastasgomberi‬ ‪#‎bastasfratti‬ ‪#‎bastaspeculazioni‬

In serata è arrivata la presa di posizione del presidente del Consiglio Regionale, Raffaele Cattaneo.

“Mentre in Consiglio –ha detto Cattaneo- tutti i gruppi davano vita a un confronto serio e approfondito con l’obiettivo di approvare una legge attesa e importante come quella di riforma del sistema dei servizi abitativi, in Piazza Duca D’Aosta un gruppo di giovani decideva di irrompere nel cortile di Palazzo Pirelli per inscenare una protesta irrispettosa delle istituzioni e degli stessi principi democratici. Al di là dei danni, che saranno valutati e quantificati, deve essere sottolineato che non è questa la strada per risolvere né quello della casa né qualsiasi altro problema. La democrazia si esercita attraverso il confronto dentro e fuori le Aule parlamentari e certamente non con gli assalti violenti alle sedi istituzionali”.“Chiunque abbia seguito dall’origine l’iter di questo progetto di legge –ha detto ancora il Presidente Cattaneo- ha potuto constatare che anche in questa occasione, come deve essere per i provvedimenti discussi prima in Commissione e poi in Consiglio, si è lavorato ascoltando tutte le voci, raccogliendo le diverse istanze e cercando una sintesi nel rispetto di tutte le posizioni”.

Il Consiglio ha poi approvato la legge. Queste le principali novità secondo il comunicato di Regione Lombardia.

“Stop alle graduatorie infinite e inique e avvisi pubblici per l’assegnazione rapida degli alloggi; possibilità per i Comuni ad alta tensione abitativa di adottare provvedimenti d’urgenza per la consegna degli alloggi. E poi, istituzione di un sistema di accreditamento, per cui i servizi abitativi potranno essere forniti anche da operatori privati accreditati; un contributo regionale di solidarietà che copre le spese di canone e servizi per i nuclei familiari indigenti, con uno stanziamento triennale di 55 milioni di euro; incentivi urbanistici per realizzare nuovi alloggi da destinare a servizi abitativi pubblici e sociali con l’azzeramento del contributo sul costo di costruzione e la riduzione degli oneri di urbanizzazione. Queste, in sintesi, alcune delle novità più significative introdotte dalla legge sui servizi abitativi, approvata oggi in Consiglio regionale con 41 voti a favore e 28 contrari: hanno votato a favore il gruppi di maggioranza, contrari Patto Civico, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Tra le altre novità del provvedimento anche la frequenza degli avvisi pubblici (almeno due l’anno) e la piattaforma informatica per la presentazione della richiesta di alloggio: come previsto da un emendamento del relatore Malvezzi, i Comuni, le Aler e gli Enti gestori supporteranno, attraverso un apposito servizio, i soggetti richiedenti nella presentazione delle domande di accesso ai servizi abitativi pubblici. Sono previsti percorsi di presa in carico dei soggetti più deboli attraverso i servizi sociali, con l’obiettivo di seguire da vicino l’evoluzione e le condizioni della persona interessata. I contratti di locazione saranno temporanei e rinnovabili. I controlli sul reddito e sui requisiti di permanenza saranno annuali. Viene introdotta anche la possibilità della risoluzione unilaterale del contratto di locazione da parte del gestore per le false dichiarazioni sui requisiti e le condizioni reddituali degli assegnatari e per la cosiddetta morosità colpevole. Fermo restando l’obbligo dei 5 anni di residenza in Lombardia come requisito obbligatorio per poter richiedere un alloggio pubblico, in caso di parità in graduatoria verranno privilegiati i soggetti con maggiore anzianità di residenza in Regione e nel Comune dove è localizzata l’unità abitativa (emendamento presentato da Roberto Anelli, Lega Nord)”.

 

 

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