E’ morta alla ventiquattresima settimana di gravidanza. Claudia Bordoni era in attesa di due gemelline. Anche loro non ce l’hanno fatta. Sarà l’inchiesta aperta dalla Procura di Milano a far la luce sulla tragedia. Grazie alla procreazione medicalmente assistita Claudia, originaria di Grosio, in Valtellina, ma da tempo residente a Milano, era rimasta incinta. Più volte nelle ultime settimane era finita in ospedale. Ogni volta tranquillizzata e dimessa. Anche lunedì scorso, al pronto soccorso dell’ospedale San Raffaele l’avevano visitata e poi le avevano detto di tornare a casa. Mercoledì, quando i dolori sono diventati insopportabili era stata portata in ambulanza alla Mangiagalli, dove era stata ricoverata. Giovedì la situazione è precipitata fino all’arresto cardiaco, causato, pare, da un’emorragia interna. È morta lì, alla clinica Mangiagalli e a nulla è valso il tentativo di far nascere le sue bambine con un cesareo. Oltre all’inchiesta della Procura – per omicidio colposo – è subito scattata un’indagine interna all’ospedale. La famiglia di Claudia ha presentato un esposto e non si darà pace fino a quando non verrà fatta piena luce su questa vicenda. Nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia sul corpo della donna. Gli inquirenti esamineranno anche le cartelle cliniche dei tre ospedali (Mangialli, San Raffaele e ospedale di Busto Arsizio) nei quali Claudia era stata visitata nelle ultime settimane.