Si è diffusa ieri sera la notizia della scomparsa di KEITH EMERSON, trovato senza vita nella sua villa di Santa Monica, California, il 10 Marzo 2016.

Si fa sempre più strada l’ipotesi del suicidio. Il musicista è stato trovato dalla sua fidanzata riverso sul pavimento con una profonda ferita da arma da fuoco alla testa. Il colpo di pistola ha tutta l’apparenza di essere stato autoinflitto, anche se si sono immediatamente avviate le indagini da parte della Polizia.

Keith Emerson, 71 anni, è stato uno dei musicisti simbolo del Progressive Rock, un virtuoso dall’estro magnifico, di quelli che appartengono soltanto agli eletti. Detestava essere definito una star, lui si riteneva solo “un umile compositore al servizio della musica”. Considerato e riconosciuto universalmente “il Jimi Hendrix delle tastiere” per il suo talento sconfinato, fu uno dei primi tastieristi al mondo ad usare il Moog, il primo gigantesco sistema di sintetizzatori monofonico modulare, con un centinaio di cavi da collegare e spostare. Soprattutto però fu lui il primo a suonarlo dal vivo e si narra che essendo il sistema altamente complesso, nei primi periodi l’ingegnere statunitense Robert Moog, che lo aveva progettato e costruito, seguisse gli ELP in tour.

Era nato a Tomorden, nello Yorkshire il 2 Novembre 1944. Si era formato ascoltando i grandi pianisti jazz e studiando musica classica (Bach da sempre tra i suoi preferiti), mostrando sin da tenera età una forte attitudine alla fusione di vari generi musicali che andarono così via via a plasmare quel rock sperimentale poi entrato nella storia con gli Emerson, Lake & Palmer. La leggenda narra che ai tempi della scuola Emerson si fosse sfidato in una competizione tra giovani pianisti (stracciandolo clamorosamente, nonostante gli avesse dato del filo da torcere) con un altro prodigio britannico incredibile, Rick Wakeman, anch’egli poi balzato agli onori del successo con gli Yes. Storica anche la sua eterna “battaglia” con Tony Banks dei Genesis (altro scienziato delle tastiere), visto che nell’arco dell’intera carriera i due sono stati spesso messi a confronto… Al di là però dei vincitori e vinti, qui si vanno comunque a toccare livelli musicali inarrivabili per tutti gli altri comuni mortali!

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Agli esordi, un giovane Emerson milita in varie formazioni tra cui il Keith Emerson Trio, John Brown’s Bodies, The T-Bones e The Nice. Arrivano poi gli anni della consacrazione al mondo del leggendario trio degli ELP, uno dei primi supergruppi della storia (insieme ai Cream), formatosi nel 1970: al fianco di Keith, Greg Lake, sofisticato bassista, chitarrista e cantante proveniente dai King Crimson, e l’altrettanto super virtuoso Carl Palmer, batterista che invece faceva parte degli Atomic Rooster. Album come il micidiale primo omonimo, o “Tarkus” del 1971 uscito insieme al celebre “Pictures At An Exhibition” (rielaborazione in chiave rock dell’opera di Modest Musorgskij del 1874) e il magnifico “Trilogy” del 1972, hanno definito i canoni del Prog più psichedelico.

ELP Trilogy

Emerson oltre a prodursi in vertiginosi virtuosismi, non trascurava neanche il lato scenico delle sue performance aggredendo il suo organo Hammond con dei pugnali. Da una sua idea, un gigantesco mostro raffigurante Tarkus arrivava sul palco e un aneddoto racconta che, quando gli ELP si esibirono allo Stadio Flaminio di Roma nel 1973, il mostro, vista la sua mole, non poté entrare in scena o altrimenti avrebbe rischiato di sfondare il palco. Keith Emerson durante la sua carriera non trascurò anche altri versanti del suono: ad esempio da solista incise una hit mondiale come “Honky Tonk Train Blues” (1976) che in Italia diventò la sigla di un celebre programma televisivo di fine anni ‘70, “Odeon”.

ELP Tarkus

A dare l’annuncio della sua tragica scomparsa è stata la pagina Facebook ufficiale degli ELP in un laconico comunicato, nel più stretto e rispettoso riserbo: “Con sommo dispiacere annunciamo che Keith Emerson è morto la scorsa notte nella sua casa di Santa Monica, a Los Angeles. Chiediamo di rispettare la privacy della famiglia in questo momento di grande dolore”.

Nel 2010 Emerson aveva annunciato di soffrire di una diverticolite acuta e di essersi inoltre sottoposto d’urgenza ad un intervento chirurgico alla schiena alquanto impegnativo, che lo costrinse a cancellare l’intero tour “An Intimate Evening with Keith Emerson & Greg Lake”, previsto in Giappone e in Europa, compresi 8 concerti attesissimi in Italia. Non è ancora chiaro se una ricaduta sia in qualche modo collegata con i suoi recenti problemi di salute che pare si fossero aggravati in maniera repentina nell’ultimo periodo.

UN’ULTIM’ORA fa riferimento ad una forte depressione sopraggiunta in seguito ad un problema nervoso, che gli avrebbe pesantemente compromesso l’uso della mano destra, impedendogli di suonare. E suonare era tutta la sua vita…

Così lo ricorda l’amico e collega Carl Palmer: “Sono profondamente addolorato nell’apprendere della scomparsa del mio grande amico e fratello in musica, Keith Emerson. Era un animo gentile, una bella persona, con un meraviglioso sorriso e uno spiccato senso dell’umorismo. La sua passione, la sua dedizione per la musica e la sua performance artistica sulle tastiere resteranno ineguagliabili per sempre. E’ stato un pioniere, un innovatore geniale dal talento indiscusso: col suo stile indelebile ha messo d’accordo tutti, il mondo del rock, della classica e del jazz. Mi ritengo fortunato nell’aver goduto del privilegio di conoscerlo e di poter fare la musica che abbiamo suonato insieme. Riposa in pace, Keith”.

Emerson, Lake & Palmer

Gli ELP si sciolsero nel 1979 con all’attivo 30 milioni di dischi venduti e centinaia di concerti sold-out, per poi riunirsi nel 1991, pubblicando anche nuovi album: Black Moon” (1992) e “In The Hot Seat” (1994). Lo scioglimento definitivo arriva nel 1997. Della carriera solista, oltre all’ecclettico “Honky” del 1981 (registrato per l’etichetta italiana Bubble), vanno senz’altro menzionati l’autocelebrativo, vivace e ancora una volta innovativo, “Emerson Plays Emerson” del 2002 e una serie di colonne sonore tra cui Inferno” (1980) e “La Chiesa” (2002) per il nostro Dario Argento e quella di “Godzilla” del 2004. L’ultima volta in Italia, a Milano, 8 anni fa, quando presentò il suo disco allora appena uscito, “Keith Emerson Band”, anche negli studi di Linea Rock qui a Radio Lombardia, per poi esibirsi la stessa sera col chitarrista cantante Marc Bonilla. Negli ultimi anni aveva tentato anche la reunion dei The Nice e quest’anno aveva in programma un tour in Giappone previsto il prossimo mese.

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E così ci lascia per sempre anche “il Re Leone delle tastiere”, ma la sua musica immortale continuerà senz’altro a ruggire per l’eternità.

Welcome back my friends, to the show that never ends…

R.I.P. KEITH EMERSON

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