Caffè, fa bene se non si esagera

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Dal 1990 oltre 9.400 studi hanno messo il caffè sotto la lente di ingrandimento. Consumato ogni giorno, ma spesso accusato, per lo più senza sufficiente fondamento scientifico. Oggi durante il Convegno sul Ruolo del caffè e della salute organizzato dalla Italian Coffee Association presso la ConfCommercio di Milano è emerso che la bevanda più amata dagli italiani se bevuta in dosi moderate, non crea effetti negativi e anzi talvolta può prevenire l’insorgenza di alcune patologie e si associa persino ad un aumento dell’attesa di vita. 300mg al giorno in una persona sana non producono effetti negativi “Ormai sono stati eliminati quei fattori confondenti di tipo ambientale e di stile di vita (come ad esempio il fumo) che hanno determinato la correlazione negativa su caffè e salute e, dopo decenni di ricerche, il caffè è stato eletto ad alimento importante all’interno di una sana ed equilibrata alimentazione. Inoltre, è stato dimostrato che se bevuto nelle dosi consigliate di circa 300 mg ( ovvero 4-5 tazzine di espresso, 3-4 di tazzine preparate con la moka o 2,5 tazze di caffè americano) non produce alcun effetto negativo sull’individuo sano, anche per il suo importante potere antiossidante. Ed in taluni casi, come ad esempio per la cirrosi epatica e per il diabete, può persino svolgere un’importante azione preventiva” – introduce Amleto D’Amicis, Coordinatore Scientifico del convegno, già Direttore UO INRAN.
“In questo caso, è stato necessario valutare gli effetti del consumo del caffè in persone in buona salute, clinicamente sane, alla ricerca di prove dell’esistenza di effetti, favorevoli o sfavorevoli, ulteriori rispetto alle ben note doti del caffè di rappresentare una bevanda gradevole e in grado di esercitare effetti favorevoli sull’attenzione e sulla concentrazione mentale per attività intellettuali e operative – afferma Gianpaolo Gensini, Professore Ordinario Medicina Interna e Presidente del Centro Studi di Medicina avanzata. “Negli anni recenti, inoltre, un amplissimo studio del National Institute of Health condotto in 229.119 uomini e 173.141 donne dai 50 ai 71 anni ha permesso di rilevare una riduzione della mortalità totale, di quella da patologie cardiocerebrovascolare, diabete, infezioni, traumi ed incidenti. Quindi ormai disponiamo di buone evidenze, basate su studi di qualità, che il consumo di caffè non implica rischi particolari per la salute, ed è associato con una riduzione assai significativa della mortalità”. Come spiega Sabina Sieri, Ricercatrice in Epidemiologia Nutrizionale Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – “Alcuni studi hanno messo in evidenza come il consumo di caffè possa proteggere da alcuni tipi di tumore, come il tumore del colon-retto, del fegato e dell’endometrio. I risultati dei recenti studi pubblicati sull’effetto del caffè sono sorprendentemente positivi rispetto alle convinzioni del passato, in cui bere caffè era considerata un‘abitudine poco sana. I dati mostrano infatti come non vi sia un’associazione positiva tra il consumo di caffè e il rischio di sviluppare un tumore”.Anche prendendo in esame le malattie gastroenteriche si conferma l’azione protettiva del caffè. “Consumare caffè” – spiega Daniele Del Rio, Professore Associato di Nutrizione Umana presso l’Università degli Studi di Parma “sembra che possa proteggere dal rischio di incorrere in malattie croniche del tratto gastrointestinale e del fegato e qualche possibile meccanismo coinvolto in questa attività protettiva sta emergendo in maniera sempre più chiara. Noi ricercatori e clinici dobbiamo compiere un ulteriore sforzo di ricerca per comprendere a pieno la complessità della relazione tra il consumo di caffè e la salute, disegnando ricerche di laboratorio e studi sull’uomo che confermino e rafforzino le evidenze ottenute fino ad oggi”.  (agiellenews.it)

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