Stop di Raffaele Cantone all’agenzia anticorruzione pensata dal presidente della Lombardia, Roberto Maroni. “Non è consentito al legislatore regionale istituire un organo avente compiti analoghi a quelli dell’Autorità nazionale anticorruzione, cui spetta, ai sensi della legge n. 190 del 2012, approvare il Piano nazionale anticorruzione, contenente obiettivi e linee guide rivolte a tutte le pubbliche amministrazioni della Repubblica al fine dell’adozione di effettive misure di contrasto alla corruzione”. E’ quanto si legge in una delibera dell’Anac, disponibile sul sito dell’Autorità, con cui il presidente Raffaele Cantone si esprime sull’Autorità anticorruzione (Arac) che la Regione Lombardia intende predisporre e che, secondo l’autorità nazionale, come evince dal progetto di legge varato in Regione, prevede che “i compiti dell’ARAC” siano “identici a quelli previsti dal legislatore nazionale per l’ANAC”. Per Cantone “diversa considerazione comporterebbe l’eventuale costituzione da parte della Regione di un organo collegiale formato, secondo le intenzioni manifestate nel disegno di legge in esame, da membri di assoluto prestigio e specchiatissima moralità”. Nella delibera quindi viene espresso apprezzamento per “la volontà espressa dalla Giunta regionale della regione Lombardia di predisporre migliori strumenti per la prevenzione della corruzione nella regione Lombardia e negli enti da essa controllati e vigilati”, ma si rileva appunto che sulla materia c’e’ “una potestà legislativa statale esclusiva” mentre a un eventuale organo collegiale, si legge, “potrebbero essere attribuiti utilissimi compiti di supporto al Consiglio e alla Giunta in merito alle iniziative legislative che la regione Lombardia valutasse di adottare, nell’esercizio della potestà legislativa integrativa e attuativa, per l’effettiva implementazione di politiche di prevenzione, in coerenza con il Piano nazionale anticorruzione predisposto dall’ANAC. Tale organo potrebbe, poi, fornire supporto ai RPC di Consiglio e della Giunta nella predisposizione e nella vigilanza dei PTPC e delle misure anticorruzione in essi previste. Quanti ai codici di comportamento della Regione e degli enti da essa vigilati e controllati, tale organo consultivo potrebbe dare un supporto per la definizione dei contenuti dei codici, effettuare il monitoraggio della loro effettiva adozione e verificare la coerenza tra i doveri definiti nei codici e gli effettivi comportamenti dei funzionari pubblici”. (agiellenews.it)