“Con gli arresti di questa mattina, abbiamo nuovamente la prova del radicamento della criminalità organizzata nei territori del Nord”, ha affermato la senatrice del Partito democratico Lucrezia Ricchiuti dopo aver appreso la notizia delle due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di Arturo Sgrò, chirurgo plastico di 42 anni, e Ignazio Marrone, proprietario 40enne di una ditta di autodemolizioni, entrambi accusati di far parte della locale di ‘ndrangheta di Desio nell’ambito dell’ennesima operazione antimafia in Brianza.Lucrezia Ricchiuti a Desio ci risiede. È stata ex vicesindaco e con le dure battaglie in opposizione a quella giunta caduta proprio dopo l’indagine Infinito del 2010 è da tempo considerata il simbolo di una città che si ribella alle cosche mafiose. L’esponente brianzola del Partito democratico, oggi in Parlamento, sa quindi molto bene di che cosa si sta parlando: “Abbiamo ancora una volta prova del funzionamento della consorteria mafiosa, pronta a sfruttare tutti gli agganci presenti nei diversi settori economici e sociali: l’esempio perfetto è dato dal chirurgo che dalla sua posizione avvantaggiava la locale di ‘ndrangheta mettendo a disposizione degli affiliati al clan la propria professione”, ha spiegato Ricchiuti.“Il mio ringraziamento e sostegno va alla Direzione distrettuale antimafia e alle forze di polizia che, dopo anni di indagine, sono riuscite a scoprire un altro pericoloso tentacolo delle cosche calabresi trapiantate al Nord”, continua la senatrice desiana che, poi, amaramente afferma: “Le locali di ‘ndrangheta hanno una resistenza particolare e sono sempre pronte a ricostituirsi, approfittando della risacca nella concentrazione e nella tensione dei cittadini onesti e della discreta attività favoreggiatrice di professionisti disinvolti, i quali costituiscono quella zona grigia tra lecito e mafie nella quale si fa finta di non sapere che nessuna condotta economica è neutrale”.“La penetrazione dei malavitosi nell’economia è un fatto allarmante che deve far riflettere chi pensa di guardare dall’altra parte, di sottovalutare o di sminuire. Solo con la reazione intransigente della società civile, del mondo produttivo e delle professioni le mafie saranno sconfitte. Se invece pezzi di quei mondi pensano di associarsi a obiettivi criminali e di trarre facili profitti nell’aggirare la sana concorrenza, contribuiranno al degrado civico ma soprattutto all’impoverimento economico della nostra regione”, conclude la senatrice.