Commercio, in 10 mila allo sciopero di Milano

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Adesione in media superiore al 70% alla seconda giornata sciopero nazionale indetta dai sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs per i nuovi contratti nazionali nel terziario. Oltre 10 mila lavoratrici e lavoratori hanno preso parte alla grande manifestazione unitaria organizzata a Milano che ha registrato la partecipazione dei segretari confederali Cgil Cisl Uil Susanna Camusso, Gigi Petteni e Carmelo Barbagallo. La protesta contro lo stallo negoziale ai tavoli aperti con le associazioni datoriali della grande distribuzione organizzata, del sistema cooperativo e del commercio al dettaglio e per ribadire la ferma contrarietà sulle proposte della Federdistribuzione, riferite alla cancellazione degli istituti economici previsti dal contratto e l’indisponibilità a trattare sulla pesante riduzione del costo del lavoro avanzata da Ancc, Coop, Agci e Cci, che puntano sostanzialmente al recupero di competitività delle imprese attraverso l’annullamento delle condizioni costruite nel corso dei precedenti rinnovi contrattuali.
«La massiccia adesione a questa seconda giornata di sciopero e mobilitazione nazionale è ancora una volta il segnale del malessere dei lavoratori di questo settore, prevalentemente donne, che a distanza di quasi due anni attendono un dignitoso aumento salariale e un avanzamento della normativa contrattuale su diritti, tutele e welfare» ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Cisl Pierangelo Raineri.
« Al pari dei lavoratori delle imprese aderenti alla Confcommercio – ha aggiunto Raineri – crediamo che anche i lavoratori della grande distribuzione e delle cooperative di consumo abbiano diritto ai nuovi contratti di lavoro senza dover subìre le conseguenze della moltiplicazione dei tavoli di trattativa».
«La necessità di stringere sui tempi negoziali è sentita da molti – ha concluso il sindacalista – Per la ripresa occorre sì rilanciare i consumi ma occorre anche rilanciare il lavoro professionale svolto dalle lavoratrici e dai lavoratori occupati nella grande distribuzione organizzata e nel sistema cooperativo, che vanno premiati con un incremento salariale dignitoso e in linea con le intese già raggiunte nel comparto commerciale».

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