Si è spento all’età di 69 anni CLAUDE HUDSON “BUTCH” TRUCKS, lo storico batterista degli ALLMAN BROTHERS BAND, sin dagli anni ‘70 una delle band cardine (insieme a Lynyrd Skynyrd e The Marshall Tucker Band) nel definire il suono più classico del Southern Rock di matrice americana, genere nato dalla fusione di elementi del Blues, del Rock, del Country e del Jazz, tutt’oggi amato e di grande culto.
Trucks è morto due giorni fa, il 24 Gennaio 2017, a West Palm Beach, in Florida, ma la notizia si è diffusa soltanto oggi senza ulteriori dettagli su cause o motivi della sua scomparsa, anche se alcune notizie trapelate parlerebbero di apparente suicidio. Trucks lascia la moglie Melinda, quattro figli e quattro nipoti.
La storia degli Allman, di cui Butch era il cuore ritmico pulsante, inizia nel 1969 quando al fianco di Duane e Gregg Allman, Trucks è il cofondatore, oltre che il trascinatore indiscusso insieme all’altro batterista e percussionista Jai Johanny “Jaimoe” Johanson (peculiarità della formazione è infatti da sempre anche quella di esibirsi appunto a due batterie).
L’ultima formazione in cui Butch ha militato con il figlio Vaylor alla chitarra solista, sono i FREIGHT TRAIN, e con loro ha continuato a girare in tour, instancabile, fino allo scorso anno, dopo il definitivo scioglimento dei “fratelli” avvenuto nel 2014. Proprio lo scorso anno durante un’intervista raccontava di sentirsi ancora un supereroe sul palco: “Siamo in tour già da una settimana e ci siamo esibiti per diverse serate di fila. Difficile tenere certi ritmi alla mia veneranda età, e ieri sera mi sentivo proprio a pezzi. Arrivato sul palco, i tre gradini che mi separavano dalla batteria mi sono sembrati il Monte Everest! Eppure, una volta seduto, ho impugnato le mie bacchette e mi sono sentito come Superman a 18 anni! Quando parte la musica, succede sempre qualcosa di magico…”.
Il suo inconfondibile drumming spicca in molti successi degli Allman Brothers quali “Ramblin’ Man”, “Jessica” (insignita del prestigioso Grammy Award nel 1995 come ‘Miglior Canzone Strumentale’), “Statesboro Blues”, “Whipping Post”, “Blue Sky” e “Sweet Melissa”.
Butch è famoso anche per essere lo zio del chitarrista prodigio Derek Trucks (Derek Trucks Band / Tedeschi Trucks Band), il quale dal 1999 al 2014 ha fatto anche lui parte della prestigiosa line up dell’ennesima osannata reunion/revival degli Allman, facendo coppia “da mille e una nota” alla chitarra con Warren Haynes dei Gov’t Mule.
Le famiglie dei Trucks e degli Allman chiedono agli amici e ai fans di rispettare la loro privacy in questo momento di immensa tristezza per questo lutto improvviso: “Butch batterà nei nostri cuori per sempre”.
Trucks è il terzo a lasciarci tra i membri fondatori degli Allman Brothers: il primo, il chitarrista Duane Allman, morì tragicamente a soli 24 anni il 29 Ottobre 1971 in un incidente motociclistico che lo consegnò direttamente all’immortalità della leggenda. Appena un anno dopo, anche il bassista Berry Oakley rimase vittima di un incidente simile, sempre a 24 anni e fatalmente ad un solo chilometro di distanza dall’incrocio in cui perse la vita il compare. I due riposano l’uno accanto all’altro al Rose Hill Cemetery di Macon, in Georgia.
Resta epocale il live “At Fillmore East” (registrato nel corso di tre incredibili serate a New York nel 1971) che, oltre a rappresentare un enorme successo commerciale in tutto il mondo per la band, consacrò per sempre la fama degli Allman Brothers come una delle live jam band per eccellenza della storia della musica americana. Fu il primo di ben 15 album dal vivo (ufficiali) a seguire in ben 50 anni di onorata carriera, l’ultimo nel 2007. Al 2003 risale invece “Hittin’ the Note”, ultimo lavoro in studio della Allman Brothers Band, definito da Gregg come il loro miglior disco inciso, addirittura dai tempi di “Eat a Peach” (1972): raggiunse la posizione numero 37 della Billboard Chart e della Top Internet Albums.
Rest in peace Butch…